(ANSA) – PALERMO, 06 APR – “L’istruttoria dibattimentale ha
consentito di apprezzare una serie di elementi utili a dare
concretezza alla tesi della partecipazione (morale e materiale)
allA dimostrare l’ingerenza di terzi soggetti sarebbero “l’anomala tempistica della strage di Via D’Amelio (avvenuta a
soli 57 giorni da quella di Capaci), la presenza riferita dal
pentito Gaspare Spatuzza di una persona estranea alla mafia al
momento della consegna della Fiat 126 imbottita di tritolo e la
sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino”.a strage di
Via D’Amelio di altri soggetti (diversi da Cosa nostra) e/o di
gruppi di potere interessati all’ eliminazione di Paolo
Borsellino”. Lo scrivono i giudici del tribunale di
Caltanissetta nelle motivazioni della sentenza sul depistaggio
delle indagini sulla strage di via D’Amelio. Il processo si è
concluso con la prescrizione del reato di calunnia aggravato
contestato ai poliziotti Bo e Mattei e l’assoluzione del terzo
poliziotto imputato, Ribaudo.
A dimostrare l’ingerenza di terzi soggetti sarebbero “l’anomala tempistica della strage di Via D’Amelio (avvenuta a
soli 57 giorni da quella di Capaci), la presenza riferita dal
pentito Gaspare Spatuzza di una persona estranea alla mafia al
momento della consegna della Fiat 126 imbottita di tritolo e la
sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino”. A questo
proposito i giudici scrivono: “A meno di non ipotizzare scenari
inverosimili di appartenenti a cosa nostra che si aggirano in
mezzo a decine di esponenti delle forze dell’ordine, può
ritenersi certo che la sparizione dell’agenda rossa non è
riconducibile ad una attività materiale di cosa nostra”. (ANSA).
Fonte Ansa.it