(ANSA) – LONDRA, 28 MAG – Si riflette anche nei numeri
diffusi dal ministero dell’Interno britannico (Home Office) la
stretta post Brexit promessa e imposta sui controlli di confine
nel Regno Unito dal governo Tory di Boris Johnson a colpi
d’ingressi negati. Una stretta che non riguarda solo coloro che
sono stati espulsi (talora, italiani inclusi) poiché individuate
come persone in cerca d’occupazione e non in possesso del visto
divenuto necessario per lavorare o studiare dopo il divorzio
dall’Ue; bensì anche di viaggiatori in arrivo per dichiarate
ragioni di turismo o familiari sulla carta esentate dal visto.
Secondo i dati ufficiali dell’Home Office, riferiti agli ultimi
tre mesi e riportati dal Guardian dopo una serie d’inchieste e
denunce su questo dossier, il totale dei cittadini di Paesi Ue
fermati e respinti dopo aver indicato ragioni di viaggio per le
quali in teoria il visto continua a non essere necessario anche
dopo la Brexit è salito a 3.294. Contro le 493 espulsioni
censite nello stesso periodo dell’anno scorso, quando il
traffico complessivo dei passeggeri era 20 volte più numeroso in
epoca parzialmente pre Covid. (ANSA).
Fonte Ansa.it