(dell’inviata Alessandra Magliaro) (ANSA) – CANNES, 07 LUG – Usa parole come ‘rinascita’ ‘non ho
paura’ ‘cambiamenti’ ‘transizioni culturali’, ha un curriculum
incredibile che le è valso la Palma d’oro d’onore ma poi si gira
di scatto e incroci quello sguardo inconfondibile, quella luce
d’intelligenza con cui proprio qui al festival di Cannes aveva
incantato accanto a Martin Scorsese per Taxi Driver che poi
vinse la Palma d’oro. E’ sempre lei, Jodie Foster, tredicenne
qui sulla Montee des Marches nel 1976, a mantenere quella verve
ragazzina, che sui documenti ha 58 anni e nel frattempo
diventata oltre che attrice di successo, anche regista,
produttrice, attivista dei diritti LGBT seppure con il suo
stile, fermo, autoritario ma non urlato. Il ‘Rendez Vous’ con
lei nella sala Bunuel del Palais du Festival è andato esaurito
in qualche ora perchè sentirla raccontare era un’occasione
troppo ghiotta non solo per la stampa accreditata ma per tutti i
cinefili e studenti di cinema. “E’ il momento giusto”, ha detto
la Foster in un francese perfetto, “mai come ora a Hollywood e
nel mondo del cinema c’è l’occasione di farsi valere, la
possibilità dopo anni di lotte, di vedere rappresentati tutti.
It’s the right time, ripete, per raccontare nuove storie perchè
le cose sono completamente cambiate, le prospettive per le donne
sono completamente diverse. Posso dirlo con certezza: ho
cominciato a recitare a 3 anni”. Jodie Foster ha parlato di
transizione culturale, “di un momento in cui riusciamo ad
ascoltare tante differenti voci nel cinema”, esprimendo fiducia
nel governo Biden e portando come esempio The Mauritian di Kevin
MacDonald, il suo ultimo film in cui si parla delle vicende di
Mohamedou Ould Slahi, detenuto a Guantanamo dal 2002 al 2016. Ed
è qui che usa e sottolinea la parola ‘rinascita’ ‘rinnovamento’
e non intende solo nel cinema. Poi l’ex bambina prodigio (il
poster della crema Coppertone resta una delle pubblicità
storiche) , l’attrice del Silenzio degli Innocenti, di Sotto
Accusa con cui vinse l’Oscar, ma anche di Ombre e nebbia, di
Panic Room e di tanti altri titoli tra cui Carnage di Roman
Polanski, racconta la sua guida costante: la realta. (ANSA).
Fonte Ansa.it