(ANSA) – ROMA, 11 APR – “Il quadro normativo” delle norme
sull’ ergastolo ostativo “è significativamente mutato” in quanto
la riforma dell’esecutivo di Giorgia Meloni del 31 ottobre 2022
– dopo le sollecitazioni della Consulta ai governi precedenti –
ha fatto della mancanza di collaborazione con la giustizia “una
preclusione soltanto relativa e ha previsto l’accesso ai
benefici penitenziari e alle misure alternative” anche “per i
detenuti non collaboranti, ovviamente condannati per reati
ostativi, seppure in presenza di ‘stringenti e concomitanti
condizioni'”. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni,
depositate oggi, e relative al verdetto che l’8 marzo ha ‘promosso’ la riforma. Il caso è stato rinviato all’attenzione
del Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila che aveva negato i
benefici in quanto le vecchie norme li precludevano in favore di
chi, come Salvatore Pezzino protagonista di questo caso
giudiziario, non aveva collaborato con la giustizia ed era in
carcere per reati ostativi. L’uomo è in cella da oltre 30 anni.
Per quanto riguarda la sua storia criminale, Pezzino, nato
nel 1962 a Partinico (Palermo), sta espiando l’ergastolo, in
forza di un provvedimento di cumulo di tre sentenze di condanna
emesse dalla magistratura di Palermo. Attualmente è recluso nel
carcere sardo di Tempio Pausania. (ANSA).
Fonte Ansa.it