(ANSA) – MADRID, 13 MAG – Si avvicina la scadenza del 26
maggio prevista dalla legge per formare un nuovo governo
regionale in Catalogna dopo le elezioni di febbraio, ma le
trattative fra i partiti rimangono bloccate — secondo i media
iberici — e il rischio di un ritorno alle urne è sempre più
concreto. Al centro delle negoziazioni, una questione che si è
presa la scena nella sessione odierna del Parlamento regionale:
c’è Pere Aragonès, candidato di Esquerra Republicana (Erc), il
partito indipendentista che ha ottenuto più seggi e sta provando
a ottenere gli appoggi per un governo solitario in minoranza,
per ora senza successo.
AI dissidi con l’altro partito indipendentista Junts Per
Catalunya, insieme al quale Aragonès avrebbe i numeri per
governare con appoggio della sinistra radicale separatista della
Cup, adesso si somma il pressing crescente dal centrosinistra:
il Partito Socialista, che ha vinto le elezioni per numero di
voti e ha gli stessi seggi di Erc, chiede attraverso il suo
candidato, Salvador Illa, a quest’ultimo partito l’appoggio per
governare, mentre En Comú Podem, coalizione che include Podemos,
ha comunicato che non tratterà con Aragonès se questi non
rinuncia a un’alleanza di governo con Junts.
Intanto, l’Assemblea Nazionale Catalana, l’associazione
indipendentista della società civile più importante della
regione, minaccia Erc e Junts di non “accompagnarli” più se non
arrivano a un accordo, secondo dichiarazioni rilasciate in
interviste ai media dalla presidente Elisenda Paluzie.
In Parlamento, riporta l’agenzia di stampa Efe, Aragonès ha
chiesto di “esplorare tutte le opzioni”.
Secondo un sondaggio del Centro delle Ricerche Sociologiche
spagnolo, organismo pubblico, l’opzione preferita dai catalani è
una coalizione con Partito Socialista, Esquerra e En Comú Podem.
(ANSA).
Fonte Ansa.it