(ANSA) – ROMA, 07 APR – “Ripristiniamo ChatGPT e aggiorniamo
le norme sull’AI”, è il titolo di una petizione lanciata su
Change.org firmata da imprenditori e accademici italiani tra cui
Luciano Pietronero, del Centro Ricerche Enrico Fermi, Paolo
Traverso, della Fondazione Bruno Kessler, Paolo Merialdo,
Università di Roma Tre, Gianluca Dettori, Primo Ventures, Paolo
Cellini, Luissm, Luigi Capello, LVenture, Paola Bonomo, Italian
Angels for Growth, Marco Trombetti, Translated. “Nei giorni
scorsi il Garante italiano per la protezione dei dati personali
ha notificato a Open AI una richiesta di sospensione immediata
del trattamento dei dati degli utenti che ha portato al blocco
di ChatGPT in Italia – scrivono i firmatari – Questa azione ha
creato un grave danno a tantissimi cittadini, professionisti e a
molte imprese italiane a diversi livelli di sviluppo. ChatGpt
rappresenta infatti, con ogni probabilità, l’avvio di un nuovo
mondo, comparabile all’avvento di Internet”.
Nella petizione viene chiesto anche di aggiornare il quadro
normativo, compreso il Gdpr la legge europea sulla privacy che “ha ormai dieci anni d’età”, che bilanci “la difesa della
privacy reale, e non solo formale, con la promozione di tanti
diritti parimenti rilevanti per il benessere e la prosperità dei
cittadini italiani ed europei”. Viene infine lanciato un appello
alle autorità nazionali ed europee affinchè “intervengano per
evitare che il blocco di ChatGpt perduri e che, col passare del
tempo, l’Italia e tutta l’Europa diventino luoghi ostili
all’innovazione e al progresso economico e sociale”. Oltre a
questa petizione pubblicata oggi, ce ne sono una decina apparse
su Change.org dopo i rilievi del Garante Privacy, che chiedono
il ripristino di ChatGpt in Italia. (ANSA).
Fonte Ansa.it