La Serie A ha creato il campionato eSerie A Tim, la Formula 1 ha assegnato il titolo di campione mondiale del campionato virtuale ad Abu Dhabi in contemporanea con l’ultima gara della stagione, e lo stesso ha fatto la MotoGP. Il mondo degli eSport oramai è diventato una vera e propria industria capace di fatturare miliardi di euro ogni anno e di attirare sempre più appassionati, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Un pubblico giovane, nato nell’epoca delle prime connessioni a Internet e cresciuto con la connessione ad alta velocità che ha permesso lo svilupparsi di piattaforme ad hoc per lo streaming in diretta delle partite virtuali.Twitch è probabilmente la piattaforma video più famosa tra i giovanissimi: ogni giorno milioni di persone si connettono ai canali dei videogiocatori professionisti per guardare le loro avventure online. Il successo di videogame come Fortnite ha mostrato tutte le potenzialità degli eSport, tanto che il Comitato Olimpico Internazionale ha iniziato a interessarsi al tema e potrebbe proporre alcune eSport come disciplina olimpica.Anche il calcio, lo sport per antonomasia, ha dovuto affrontare il tema degli eSport. I campionati mondiali di Fifa sono seguiti ogni anno da milioni di appassionati e i montepremi messi in palio oramai raggiungono il milione di euro. Ma il calcio non deve guardarsi le spalle solamente dai tornei online di Fifa e di PES. Come affermato da Andrea Agnelli, presidente della Juventus e dell’ECA, l’Associazione che raccoglie tutti i club europei, il vero avversario del calcio è Fortnite. Un gioco in grado di mettere in palio più di venti milioni di euro di montepremi al primo campionato del mondo disputato e che ogni giorno ospita migliaia di giocatori sui propri server. I giovani si appassionano sempre di più agli eSport e i nuovi idoli non sono i vari Del Piero, Totti, Schumacher o Valentino Rossi, ma Tfue e Ninja, i due giocatori di Fortnite più famosi del momento.Che cosa sono gli eSportIl termine eSport può essere tradotto in italiano con “Sport elettronici”. Si tratta di un fenomeno in grande ascesa negli ultimi anni: nato all’interno di un particolare genere di videogame (strategici in tempo reale, sparatutto in prima persona, MMO, MOBA), in poco tempo si è diffuso in tutto il settore. Giochi di guida, basket, calcio, baseball, tennis, MotoGP, Formula 1, tutti i videogame sono stati “costretti” a introdurre la variabile competitiva online. E in poco tempo sono nati anche i primi campionati ufficiali che vengono disputati in contemporanea con quelli “reali”.Il successo dei vari League of Legends e Dota 2, ma soprattutto di Fortnite ha fatto alzare l’interesse degli appassionati verso gli eSport. Giovani che in poco tempo si sono trasformati in giocatori professionisti con un seguito paragonabile a quello di calciatori e piloti “reali”. Le finali mondiali di League of Legends, Dota 2 o Fortnite sono in grado di catturare l’attenzione di milioni appassionati, più delle finali di sport professionistici.Come è cambiato il mondo degli eSportDa semplice fenomeno per una nicchia di appassionati a mercato mondiale in grado di fatturare miliardi. L’evoluzione e la crescita degli eSport è stata repentina e immediata e certo non è passata inosservata. In molti hanno dovuto prendere le misure del nuovo fenomeno e integrarlo nel proprio mondo. Non è un caso che giochi come Call of Duty, Battlefield, Gran Turismo, Fifa e Pro Evolution Soccer (solo per fare un nome), hanno dovuto aggiungere una modalità competitiva online e organizzare tornei in tutto il Mondo per continuare a restare competitivi. E ultimamente la rivoluzione è arrivata anche all’interno degli sport reali: dalla Serie A, alla MotoGP fino alla Formula 1, tutte le leghe più importanti hanno iniziato a organizzare tornei ufficiali.L’esplosione della pandemia di Covid-19 in tutto il Mondo ha obbligato leghe professionistiche a rivedere i loro piani e a trovare delle alternative. Alternativa che è stata trovata proprio negli eSport, strumento che mantine alta l’attenzione degli appassionati con tutte le precauzioni del caso per quanto riguarda la salute delle persone. E anche gli atleti professionisti si sono buttati nel mondo degli eSport: sono proprio loro a partecipare alle gare ufficiali organizzate dalle varie leghe. A mali estremi, estremi rimedi.Serie A, MotoGp e Formula 1, i tornei ufficialiLa Serie A ha stretto un accordo con Electronic Arts per la nascita della eSerie A Tim, il torneo online ufficiale del massimo campionato italiano. Alla competizione avrebbero dovuto partecipare la maggior parte delle squadre italiane, ma l’esplosione dell’epidemia di Covid-19 ha bloccato il torneo che avrebbe dovuto iniziare il 23 marzo.Discorso diverso, invece, per la MotoGP e la Formula 1. Le due competizioni hanno posticipato l’inizio della stagione a giugno/luglio, in attesa di notizie confortanti nella lotta alla pandemia. Per mantenere alta l’attenzione degli appassionati, però, hanno deciso di organizzare delle gare online nelle quali i partecipanti sono gli stessi piloti professionistici.La Formula 1 organizza i gran premi sugli stessi circuiti e negli stessi giorni in cui si sarebbe dovuto disputare quelli reali. Si è iniziato nel finesettimana del 22 marzo con il GP del Bahrein e hanno partecipato piloti di Formula 1 e di GP2. La gara della Formula 1 Virtual Series si è disputata sul gioco F1 2019. Discorso simile per quanto riguarda la MotoGP. Il 29 marzo si è disputato il primo gran premio della MotoGP eSport Championship e hanno partecipato alla gara i fratelli Marquez, Maverick Vinales, Fabio Quartararo, Francesco Bagnaia e altri piloti professionisti.L’attenzione su queste nuove forme di intrattenimento è talmente alta che anche i canali televisivi, sprovvisti di eventi ufficiali, hanno iniziato a dedicare il giusto spazio ai tornei virtuali. Un cambiamento epocale che dimostra quanto gli eSport siano oramai un fenomeno di massa.
Fonte Fastweb.it