Che cos’è il digitale secondo la filosofia

La tecnologia e il digitale hanno avuto un forte impatto sulla vita delle persone, portando a trasformazioni sociali che hanno investito tutti i campi sociali: lavorativo, privato e relazionale, dell’istruzione e della formazione.

Cambiamenti importanti, che sono diventati oggetto di studio di molte discipline, in particolar modo delle scienze sociali e della filosofia digitale, una branca sorta recentemente che abbraccia un’area interdisciplinare che coinvolge matematica, fisica, scienze umanistiche e metafisica.

Filosofia del digitale: che cos’è

La filosofia del digitale è un indirizzo filosofico contemporaneo, sostenuto da diversi studiosi, che riadattando antiche filosofie alle questioni attuali, sviluppa nuovi contenuti che appartengono all’ambito della tecnologia, in particolar modo quella dell’informazione e del digitale.

La nascita della filosofia digitale è data da una serie di eventi, che si sono svolti in diversi luoghi, in diversi momenti e che hanno visto protagonisti studiosi e autori diversi, accomunati da una formazione prettamente tecnico-scientifica.

Innanzitutto, si può dire che uno dei primi eventi a dare il via ad una nuova era è stata l’invenzione e la diffusione del computer, che ha cambiato il modo di vedere il mondo per molti studiosi. Il calcolatore elettronico è l’ispiratore della filosofia digitale.

Una tappa importante legata alla filosofia digitale è la nascita del computer, ma sono tanti gli step che hanno portato alla digitalizzazione, che sono diventanti importanti anche dal punto di vista filosofico.

Anche il maggio del 1943 ha rappresentato una tappa fondamentale, con la pubblicazione di A Logical Calculus of Ideas Immanent in Nervous Activity, ad opera di Warren Mc Culloch e Walter Pitts, rispettivamente un neuropsichiatra e un matematico che per la prima volta hanno fatto l’analogia tra il neurone e un dispositivo logico.

Nel 1948 nasce la ‘Teoria dell’informazione’, con l’opera A Mathematical Theory of Communication, di Claude Shannon, in cui vennero definiti i componenti di base delle comunicazioni digitali e venne coniato il termine bit.

Nel 1969 viene pubblicato Calculating Space da Konrad Zuse, inventore del primo computer programmabile e di linguaggi di programmazione di alto livello. Nell’opera, l’autore, ha esposto le sue idee sul ruolo degli automi cellulari e sull’esplorazione dell’universo.

Importante, nella storia della filosofia digitale, anche lo sviluppo de ‘Il gioco della vita’, da parte di John Conway, matematico e accademico inglese, alla fine degli anni ’60. È l’esempio più famoso di automa cellulare e aveva l’obiettivo di dimostrare come comportamenti simili alla vita da semplici regole e interazioni a molti corpi. Ogni cosa può essere elaborata algoritmicamente.

Infine, un evento importantissimo fu quello che si è svolto nel maggio del 1981 al Centro Congressi del Massachusetts Institute of Technology (Mit). Si tratta di una conferenza sulla fisica e sulla computazione organizzata da Fredkin. Vi parteciparono importanti studiosi e scienziati del tempo, tra cui Richard Feynman, John Archibald Wheeler, Konrad Zuse e Rolf Landauer.

Fu in questo contesto che si avanzò l’assunto che l’universo, in realtà, non sia altro che un grande computer. Tutto viene basato sugli automi cellulari, un modello matematico che permette di descrivere eventi complessi, e viene sottolineato il ruolo del concetto di informazione inteso come nuova grandezza fisica. Ed è sempre in questo evento che per la prima volta viene utilizzata la locuzione ‘filosofia digitale’.

Filosofia digitale: i principi

cambiamento della mentalità

Uno dei principi della filosofia digitale, il punto di partenza della teoria poi elaborare, è la ricerca un’archè, una sostanza primordiale da cui si pensa derivino tutte le cose. Riprende, così, la teoria di Pitagora del numero come archè, modificandola e adattandola alla nuova realtà.

L’archè non è più un elemento astratto, il numero, ma è il bit, l’informazione.

La realtà ha alla base proprio l’informazione, che ha una natura immateriale, e il suo divenire è un processo dettato dalla legge della computazione, unico motore del cosmo. Da qui derivano tre assunti fondamentali:

  • Tutto computa
  • Tutto è frutto della computazione
  • Tutto può essere trasformato in un dispositivo che computa

Filosofia digitale: i filosofi di rilievo

un libro con un computer

Il primo esponente della filosofia digitale è Edward Fredkin. Nato a gennaio del 1934 è un fisico statunitense, pioniere della nuova branca filosofica. Riprese le intuizioni di Knrad Zuse e organizzò il convegno del 1981 che viene considerato come momento chiave per lo sviluppo della disciplina.

Fu lui a coniare il termine ‘filosofia digitale’ quando si rese conto che la riflessione si era ampliata a tal punto da non poter più utilizzare il termine ‘fisica digitale’. Affermò anche che l’informazione (e i bit intesi come sua unità di misura) è il principio primo della realtà e che questa si evolve attraverso processi computazionali.

Importanti anche gli apporti di Gregory Chaitin, un matematico e informatico argentino naturalizzato statunitense. È stato lui a riconoscere il valore dell’avvento del computer come elemento che ha reso necessaria una riflessione metafisica

Ha dato, infatti, nuovi significati a verbi come ‘comprendere’ e ‘conoscere’. Si capisce qualcosa solo se si è in grado di scriverne il programma. Il linguaggio della programmazione diventa l’unico in grado di rispecchiare la realtà, più delle parole e dei numeri. È il linguaggio attraverso il quale, stando alla filosofia del digitale, si esprime la Natura.

Infine, un altro autore rilevante è Stephen Wolfram, fisico e matematico britannico, che ha affermato nel 2002, attraverso la sua opera A New Kind of Science, che la Natura sarebbe scritta non in un linguaggio matematico, bensì nel codice binario. Ha fondato l’azienda che ha realizzato Mathematica, un software utilizzato da istituzioni scientifiche e istituti didattici di alto livello.

Per saperne di più: Cos’è la filosofia del digitale

A cura di Cultur-e Costruisci il tuo futuro con la connessione Fastweb

Fonte Fastweb.it

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