Che cos’è il progetto PROMPT e come combatte l’obsolescenza programmata

Se sei un patito di elettronica di consumo e ami avere sempre l’ultimo modello di ogni tipo di dispositivo, probabilmente l’obsolescenza programmata non è un problema che ti allarma molto. Ma, in realtà, dovresti fermarti un attimo a ragionare sul fatto che, ogni anno in Europa, la produzione dei cosiddetti rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) cresce del 3-5%.Le stime parlano di 12 milioni di tonnellate di RAEE da smaltire nel nostro continente ogni anno entro il 2020. E questo è un problema enorme per l’ambiente, vista la gran quantità di materiali altamente inquinanti contenuti dei dispositivi elettronici e visto il fatto che, purtroppo, spesso questi rifiuti prendono la via dello smaltimento illegale all’estero.Per limitare questo grave problema, combattendo l’obsolescenza programmata (cioè il fatto che elettrodomestici e dispositivi elettronici si rompono “casualmente” appena finisce la garanzia imposta dalla legge), è nato il progetto PROMPT: PRemature Obsolescence Multi-stakeholder Product Testing programme.Cosa è il progetto PROMPTIl PRemature Obsolescence Multi-stakeholder Product Testing programme, come dice il nome stesso, è un programma indipendente di test dei dispositivi elettrici ed elettronici (dai frigoriferi agli smartphone). Verrà stabilita una base di ricerca raccogliendo dati empirici su questioni tecniche, carenze di progettazione, ostacoli al mercato. Questi risultati forniranno un contributo allo sviluppo di una serie di metodi di prova specifici e standardizzati. I risultati serviranno anche a fornire input alla standardizzazione, alla progettazione del prodotto, alla comunicazione nei confronti del consumatore e alle raccomandazioni politiche all’Unione Europea e ai singoli Stati membri, affinché vengano colmati gli attuali vuoti normativi che permettono la pratica dell’obsolescenza programmate.Questi test, poi, dovrebbero permettere una valutazione obbiettiva e sincera sulla longevità dei prodotti testati, mettendo in luce eventuali comportamenti scorretti da parte dei produttori. Questo, indirettamente, sensibilizza gli acquirenti perché mette in buona luce i prodotti che durano di più (e in cattiva luce quelli che si rompono proprio al termine della garanzia).Riparazione dispositivo elettronicoChi partecipa al progetto PROMPTIl PRemature Obsolescence Multi-stakeholder Product Testing programme nasce ufficialmente il 9 maggio 2019, grazie ad una partnership di quattro anni tra diversi attori e ad un finanziamento dell’Unione Europea, con 4.997.778 euro provenienti dai fondi Horizon 2020.PROMPT è guidato da un consorzio composto da istituti di ricerca (Fraunhofer Institute for Reliability and Microintegration e Delft University of Technology), associazioni nazionali di tutela dei diritti dei consumatori (Consumentenbond Organización de Consumidores y Usuarios, Stiftung Warentest, Test Achats/Test Aankoop, Union fédérale des consommateurs), associazioni europee di tutela dei consumatori (European Association for the Coordination of Consumer Representation in Standardisation, Bureau Européen des Unions de Consommateurs, International Consumer Research and Testing), e aziende di riparazione (Reparatur- und Service-Zentrum, iFixit GmbH).Tramite il Bureau Européen des Unions de Consommateurs (BEUC) partecipano a PROMPT anche tre associazioni dei consumatori italiane: Altroconsumo, Adiconsum e Consumatori Italiani per l’Europa. Altroconsumo ha anche messo a disposizione, sul proprio sito Web, un form di contatto per segnalare casi di sospetta obsolescenza programmata: bastano cinque minuti per comunicare all’associazione quale dispositivo si è rotto prematuramente e dare il proprio piccolo contributo al progetto PROMPT.Smartphone in riparazioneIl nuovo regolamento sull’obsolescenza programmataOltre a finanziare PROMPT ed altri programmi simili, l’Unione Europea recentemente ha fatto un piccolo passo per contrastare l’obsolescenza programmata emanando il cosiddetto “regolamento Ecodesign“. Questo regolamento impone ai produttori di elettrodomestici di rendere disponibili per almeno 7 anni i pezzi di ricambio fondamentali per riparare i dispositivi rotti. I dispositivi che rientrano in questo regolamento europeo sono molti, ma non tutti: refrigeratori domestici, lampadine, display elettronici (TV comprese), lavastoviglie, lavatrici e asciugatrici, motori elettrici, alimentatori elettrici esterni agli apparecchi, refrigeratori commerciali, trasformatori elettrici, saldatori.Come detto, si tratta di un piccolo ma significativo passo per ridurre la quantità di RAEE prodotto annualmente dai cittadini europei e riconoscere loro il cosiddetto “diritto alla riparazione” dei loro dispositivi elettrici ed elettronici. 4 novembre 2019

Fonte Fastweb.it

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