Che cos’è l’audio 8D, illusione sonora del momento

Avete ascoltato l’audio del filmato qui sopra? Dovete farlo assolutamente con una cuffia o con gli auricolari. È registrato in “formato 8D” (8D starebbe per 8 dimensioni) come uno di quei file audio che, quasi certamente, in queste settimane di stop forzato a casa, avrete ricevuto attraverso Whatsapp e i social network, insieme alle ricette per una pizza infallibile e ai consigli per scolpire gli addominali. Si tratta di un formato sonoro “nuovo” (ma in realtà è semplicemente tornato di moda) che promette di farvi ascoltare la musica, ma anche l’audio dei film, non con le orecchie… ma con il cervello. L’efffetto è, in certi casi, soprendente.

Al centro dello spazio. Il suono infatti sembra non provenire dagli auricolari, ma da una fonte situata contemporaneamente sopra e sotto di noi, anche davanti e dietro. E dà la sensazione che si stia spostando, che ruoti attorno alla nostra testa. Si ha insomma quasi la sensazione di trovarsi al centro di un grande spazio aperto circondati da decine di altoparlanti.

L’effetto è simile a quello che si prova ascoltando le cosiddette registrazioni binaurali, quelle cioè ottenute catturando il suono con speciali microfoni posizionati dentro le orecchie di un manichino, che riproducono il modo in cui gli esseri umani percepiscono i suoni (che ricrea, per esempio, anche dell’effetto-schermo provocato dalla testa rispetto a un orecchio quando un suono proviene dalla parte opposta rispetto all’orecchio stesso).

Illusione sonora. L’audio 8D produce grosso modo gli stessi risultati, ma in modo relativamente più semplice, ovvero “manipolando” al computer un suono già regitrato: per farlo si usano speciali software che modificano le frequenze medie e alte del suono e giocano sul bilanciamento dei canali destro e sinistro. Il tutto abbinato a un effetto riverbero che dà l’illusione del movimento.

 

Quante dimensioni, allora? Dunque nessun audio a 8 dimensioni (ovviamente!), ma al massimo a 3: siamo dunque di fronte a un trucco, talvolta ben congegnato, pensato per ingannare il nostro cervello. 

 

Se posizioniamo una fonte sonora, per esempio un altoparlante, prima di fronte a noi e poi dietro, ci accorgiamo di come il suono cambi a seconda della posizione. Quando la sorgente è davanti a noi il suono è più chiaro e cristallino, quando è dietro ci sembra più cupo e caratterizzato da frequenze medio basse.

 

Questa differenza è dovuta alla forma del nostro padiglione auricolare che è “progettato” per cogliere al meglio i suoni che arrivano da davanti. Le onde che provengono da dietro o da sopra colpiscono le pieghe del padiglione e prima di arrivare al timpano perdono le frequenze più alte. L’audio 8D gioca proprio su questi aspetti.

 

 

Si diceva che, tutto sommato, l’audio 8D non è questa grande novità… È così: i primi esperimenti risalgono infatti agli anni ’70 e su Youtube si trovano pagine dedicate ai brani musicali 8D risalenti a già al 2015. A farlo tornare alla ribalta, qualche settimana fa, hanno contribuito Spotify e altre piattaforme per l’ascolto di musica online, pubblicando la versione 8D del branoo Dance Monkey della cantante australiana Tones and I

 

A che cosa serve. Ma a parte l’effetto wow dei primi 5 minuti, che applicazioni ha una tecnologia del genere? Probabilmente non rivoluzionerà il mondo della musica, ma potrebbe essere utilizzata con successo nei videogiochi e nei film, per permettere esperienze di coinvolgenti senza bisogno di apparecchiature costose e ingombranti

Fonte Focus.it

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