Chi sono ciclisti delle acque di Luna Rossa?

Un po’ tutti abbiamo pedalato in mezzo al mare, ma non è di pedalò e di placide vacanze che stiamo per parlare. Chi segue le imprese di Luna Rossa, imbarcazione italiana impegnata nella corsa alla prestigiosa America’s Cup di vela (in corso di svolgimento nelle acque di Barcellona fino al 27 ottobre), avrà già capito che ci stiamo riferendo ai cyclor.

Pariamo cioè di un gruppo di atleti professionisti che mettono i propri muscoli a disposizione delle avveniristiche imbarcazioni note come AC75 (quelle volanti, che planano sulle acque grazie ai foil) al fine di produrre energia elettrica con cui mandare avanti tutta la baracca. Da questa edizione, infatti, quello che un tempo era un lavoro affidato alle braccia dei nerboruti grinder è passato alle gambe di ciclisti e canottieri prestati alla vela, tra cui spiccano medagliati olimpici e mondiali.

Chi sono i cyclor? Ma partiamo dall’etimologia del termine: la parola cyclor è un neologismo che unisce i vocaboli inglesi cyclist e sailor (ciclista e marinaio), una figura giovane, nata nel 2017, quando i “verricelli” del catamarano Aotearoa del Team Emirates New Zealand furono affidati alle gambe di questi novelli ciclisti delle acque e non alle braccia dei grinder, cosa che fecero invece i perdenti di quella sfida, gli americani di BMW Oracle.

Storia di un verricello. Facciamo un altro passo indietro: nelle barche a vela tradizionali, i verricelli servivano per ammainare e per stendere le vele, e venivano fatti roteare con le mani da muscolosi lupi di mare, per riavvolgere i cavi il più velocemente possibile e non far finire le vele in acqua.

Con l’introduzione dei catamarani e di tecnologie idrauliche al servizio delle imbarcazioni, si è deciso di mantenere la filosofia del verricello trasformandolo però in qualcosa di diverso: una sorta di dinamo, capace di mettere a disposizione del natante il quantitativo necessario di energia elettrica per l’esecuzione delle manovre e la regolazione delle vele. Dopo la prima fugace apparizione nel 2017, i cyclor sparirono dalle imbarcazioni nel 2021, salvo fare ritorno quest’anno per volere proprio di Team New Zealand, detentore del trofeo (nella Coppa America, chi vince detta le regole…).

“Power Bank” umani. Nel porto di Barcellona, dunque, le sei imbarcazioni partecipanti alla Louis Vuitton Cup (il trofeo di qualificazione all’America’s Cup) hanno tutte un equipaggio composto da otto persone, la metà delle quali sono cyclor e vanno a formare il cosiddetto Power Team. Ogni membro di quest’ultimo deve pesare per regolamento tra i 95 e i 110 kg, per questo motivo più che sui ciclisti (nel caso di Luna Rossa c’è comunque a bordo Paolo Simion, professionista delle due ruote con tre giri d’Italia all’attivo), i team si sono orientati sui canottieri, normalmente più pesanti e più idonei ai durissimi allenamenti previsti (Romano Battisti e Bruno Rosetti, sempre per ciò che riguarda la squadra italiana, sono entrambi medagliati olimpici).

Ogni membro di questo team di “power bank” umani (che prevede numerose riserve, vista la dispendiosità del lavoro) opera all’interno del proprio angusto vano, pedalando a più non posso su mezzi che ricordano moderne cyclette da palestra, alternando interminabili sequenze da passista a picchi di produzione dell’energia, specialmente in occasione delle virate, noncuranti degli sballottamenti a destra e a sinistra che queste comportano.

Diamo i Numeri. Ma quanta energia producono i cyclor e a cosa serve nello specifico sulle barche? Parliamo di natanti da 6,5 tonnellate che raggiungono, in presenza di venti consistenti, velocità superiori ai 45 nodi (80-85km/h) e che possono arrivare anche ai 55 (100 km/h) nelle condizioni più estreme. Va da sé che per regolare l’inclinazione delle vele e del timone e per alzare e abbassare gli “arm” (le braccia idrauliche che immergono i “foil” nell’acqua, necessari a direzionare la barca e a farla planare sulle onde), serve parecchia energia elettrica.

In media, ogni cyclor durante un turno in sella produce dai 350 ai 450 watt, con punte di 700, sufficienti, nel totale, a illuminare a giorno una stanza di 50 metri quadrati (come riportato sul sito di Luna Rossa) o a caricare circa 200 iPhone. In quattro la potenza complessiva a disposizione per muovere tutti i meccanismi idraulici dell’imbarcazione è dunque nell’ordine degli 2.000 watt nei circa 20 minuti di una regata: uno sforzo enorme che fa bruciare a ogni ciclista delle acque una media di 1.700 kcal all’ora.

Fonte Focus.it

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