La Cina resta in deflazione anche
a dicembre, con minimi segnali di ripresa. I prezzi al consumo
hanno accusato una contrazione annua dello 0,3% (-0,5% a
novembre e -0,4% le attese degli analisti), mentre il dato
congiunturale ha mostrato un rialzo dello 0,1%, a fronte del
-0,5% di novembre e del +0,2% atteso alla vigilia. Quanto ai
prezzi alla produzione, ha riferito l’Ufficio nazionale di
statistica, la frenata annua è stata pari a -2,7%, la
quindicesima mensile di fila. Il dato è migliore del -3% del
mese precedente, ma più del 2,6% stimato dagli analisti, a
conferma di scenari macro ancora incerti.
La Cina ha segnato a dicembre un surplus commerciale in
rialzo a 75,34 miliardi di dollari, contro i 70,65 miliardi
dello stesso mese del 2022 e i 74,75 miliardi attesi alla
vigilia, grazie ai segnali di ripresa registrati sul fronte
della domanda estera ed interna. Il dato, diffuso
dall’Amministrazione generale delle Dogane, ha beneficiato
dell’aumento delle esportazioni del 2,3% annuo, oltre le stime
dell’1,7% e dello 0,5% di novembre. Le importazioni, invece,
sono cresciute dello 0,2%, invertendo il calo dello 0,6% di
novembre, ma fermandosi poco sotto il +0,3% di previsioni.
L’interscambio commerciale tra Cina e Russia ha toccato nuovi
livelli record nel 2023, salendo del 26,3% annuo, oltre i 240
miliardi di dollari e ben oltre l’obiettivo dei 200 miliardi
fissato da Mosca e Pechino negli incontri bilaterali dello
scorso anno. Per altro verso, in base ai dati diffusi oggi
dall’Amministrazione generale delle Dogane cinesi, le tensioni
geopolitiche tra le due maggiori economie del mondo – aumentate
vertiginosamente nel corso del 2023 – hanno generato flussi
commerciali bilaterali in frenata dell’11,6%, a 664,4 miliardi
di dollari, segnando la prima flessione dal 2019.
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Fonte Ansa.it