Pechino ha schierato da domenica
una flottiglia di navi della guardia costiera per il
pattugliamento intorno alle Kinmen, le isole nel controllo di
Taiwan ma distanti poche miglia dalla costa del Fujian. La mossa
è un’ultra misura presa in risposta all’incidente del 14
febbraio costato la vita a due dei quattro cinesi a bordo di un
peschereccio che era stato speronato, ribaltandosi, da una
motovedetta di Taipei impegnata in un inseguimento per impedire
le attività in una “zona illegale”.
La guardia costiera cinese, in una nota, ha spiegato di aver
svolto compiti quali i controlli delle navi, la protezione dei
pescherecci e l’emissione di avvisi durante le operazioni il cui
scopo è stato “di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine
e di tutelare la sicurezza dei pescatori”. L’iniziativa ha fatto
poi seguito all’annuncio del 18 febbraio secondo cui le autorità
del Fujian avrebbero aumentato le pattuglie vicino a Xiamen e a
Kinmen per “assicurare l’ordine della navigazione”.
Secondo gli osservatori, tuttavia, l’incidente mortale è da
considerasi come una occasione che ha consentito alla Repubblica
popolare di aumentare il pressing su Taiwan, considerata una
provincia ribelle e parte “inalienabile” del suo territorio da
riunificare anche con la forza, se necessario.
Il ministero dell’Agricoltura e degli Affari rurali, inoltre,
ha rimarcato la necessità di potenziare i pattugliamenti durante
l’alta stagione di pesca per proteggere le vite e le proprietà
dei pescatori. L’autorità della guardia costiera del Fujian ha
anche condotto domenica un’esercitazione completa delle forze
dell’ordine nelle acque vicino a Xiamen e Kinmen domenica
pomeriggio con l’obiettivo di testare la risposta rapida e le
capacità di gestione delle emergenze delle navi delle forze
dell’ordine, secondo la nota della guardia costiera cinese.
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Fonte Ansa.it