Da anni l’inquinamento atmosferico nelle città in cui viviamo è diventato un problema da risolvere. Tutti, almeno una volta, hanno sentito parlare di particolato, PM10, PM2,5 e sanno che le amministrazioni comunali spesso impongono limiti alla circolazione delle automobili, regolamentano gli orari di accensione dei riscaldamenti, mentre le normative nazionali impongono alle industrie severi limiti alle emissioni di sostanze nocive per la salute. Quasi nessuno, invece, si preoccupa dell’inquinamento domestico, cioè della qualità dell’aria dentro le mura di casa.
In realtà quello dell’inquinamento domestico non è affatto un problema da sottovalutare, anche perché dentro casa passiamo molte ore della nostra giornata e, soprattutto, dormiamo. L’esposizione agli inquinanti prodotti o intrappolati nelle nostre case, quindi, può essere persino superiore a quella che subiamo in strada e questo impatta negativamente sulla nostra salute e, di conseguenza, sulla nostra qualità della vita.
Ecco cosa inquina l’aria nelle nostre case e come ridurre il problema.
Inquinamento domestico: le cause
Mentre le cause dell’inquinamento atmosferico “outdoor” sono ormai note a tutti, lo stesso non si può dire per le cause dell’inquinamento dentro casa. Alcune sono scontate, come il fumo di sigaretta o quello derivante da qualsiasi altro tipo di combustione, camino compreso (anche se la canna fumaria ha un ottimo tiraggio).
Altre sono molto più nascoste, come gli inquinanti presenti in molti prodotti per la pulizia della casa, per l’igiene personale e per la cura della persona.
Secondo una ricerca condotta dagli scienziati della University of Colorado di Boulder, pubblicata su Science, i prodotti usati per pulire la casa e la persona sono oggi all’interno della più grande fonte di “VOC” (i volatile organic compounds, composti organici volatili che respiriamo e che sono pericolosi), composta da “prodotti chimici in pesticidi, rivestimenti, inchiostri da stampa, adesivi, detergenti e prodotti per la cura personale”.
Una “bomba” ecologica presente in casa, poi, è nella stanza in cui meno ce l’aspettiamo: la cucina. La cottura dei cibi, infatti, causa grandi emissioni di sostanze dannose. Se i fornelli sono a gas, ad esempio, emettono monossido di carbonio quando sono accesi. Se bruciamo l’olio, invece, il fumo generato è parecchio tossico e, infatti, spesso causa la tosse in chi lo respira.
Quando accendiamo il forno, poi, eventuali residui di detersivi usati per pulirlo vanno a finire nei cibi e nell’aria. Sempre a proposito di detersivi: anche quelli per i piatti a volte contengono sostanze che non fanno bene alla salute.
Inquinamento domestico: come ridurlo
Come sempre, quando parliamo di inquinamento, prima di trovare un rimedio dovremmo ridurne la produzione. Quindi, in casa, dovremmo limitare al massimo le combustioni rinunciando alle fiamme, in favore dell’elettricità. Attenzione poi a non bruciare i cibi, neanche le bistecche: l’ormai famosa e apprezzatissima reazione di Maillard, infatti, fa bene al gusto ma non alla salute.
Prima di comprare detersivi, deodoranti, prodotti per l’igiene personale, è bene leggere attentamente l’etichetta e la lista dei composti chimici usati per realizzarli: spesso si trovano brutte sorprese.
Importante anche l’umidità relativa all’interno dell’abitazione: l’aria molto secca, o molto umida, non solo non fa bene alla salute ma spesso limita la circolazione dell’aria all’interno della casa e, di conseguenza, l’eliminazione delle sostanze nocive in essa presenti anche quando apriamo le finestre. Finestre che, specialmente se viviamo in una zona non inquinata, andrebbero aperte spesso, almeno per mezz’ora al giorno.
Poi ci sono i rimedi tecnologici all’inquinamento domestico che, in buona sostanza, consistono nella filtrazione dell’aria tramite dispositivi di vario tipo. Molti purificatori d’aria, condizionatori e deumidificatori moderni (ma anche scope elettriche e aspirapolvere), ad esempio, sono dotati dei cosiddetti filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air filter) che, come dice il nome stesso, sono dei filtri ad alta efficienza contro il particolato presente nell’aria.
Esistono 5 classi HEPA, dalla HEPA 10 alla HEPA 14, con prestazioni via via superiori ma anche i migliori HEPA 14, prima o poi, si riempiono di particolato, si intasano e smettono di funzionare correttamente. Alcuni filtri sono lavabili, mentre altri vanno sostituiti. Ma, attenzione: quando si lava un filtro HEPA c’è il rischio che gran parte del particolato raccolto torni nell’aria, quindi bisogna seguire molto attentamente le istruzioni fornite dal produttore del dispositivo che lo contiene.
Infine, per completare il discorso sull’inquinamento domestico è necessario parlare anche di asma e allergeni. In questo caso non si tratta di un vero e proprio inquinamento domestico, perché non tutte le persone soffrono di disturbi quando entrano a contatto con un allergene: i pollini, ad esempio, alla maggior parte delle persone non danno alcun disturbo.
Chi soffre di allergie, invece, dovrebbe guardare soprattutto alla stanza da letto: è qui, nel materasso, nelle coperte e nei cuscini, che si annidano la maggior parte delle polveri e dei pollini che possono causare una reazione allergica. Pulire spesso la biancheria per la notte, quindi, è un passaggio fondamentale: l’ideale sarebbe una volta a settimana, ma già con una pulizia approfondita al mese si ottengono buoni risultati.
Fonte Fastweb.it