Come l’intelligenza artificiale può aiutarci con gli animali domestici

L’intelligenza artificiale, si sa, è parte integrante della nostra vita di ogni giorno. Qualunque cosa facciamo, ovunque andiamo, che sia per lavoro o per svago, che ne siamo consapevoli o meno, c’è sempre l’ombra di un algoritmo, opportunamente “educato”, a spianarci la strada, ad aiutarci nelle scelte, a suggerirci acquisti, a cercare insomma di facilitarci la vita.

Ma l’intelligenza artificiale non è solo questo.

Gli ambiti di applicazione dell’AI sono continuamente in crescita e si aprono anche ad orizzonti che non sono solo i servizi alla persona.

 

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Il mondo degli animali, per esempio, sta diventando sempre più oggetto di attenzione da parte degli sviluppatori. Monitorare i movimenti di una specie, capirne lo stato di salute, comprenderne bisogni ed evoluzioni per salvarla dall’estinzione: sono questi solo alcuni esempi di come l’applicazione dell’AI al mondo animale possa aiutarne la salvaguardia.

La tecnica del riconoscimento biometrico degli animali è la base per il raggiungimento di questi obiettivi.

Come gli esseri umani, anche gli animali possono avere caratteristiche che sono univoche per ciascun esemplare e che consentono l’identificazione del singolo in maniera inequivocabile. In alternativa, è la combinazione di più elementi a permetterne il riconoscimento. Sono univoche, per esempio, le creste sul muso delle mucche o le macchie sul naso dei Koala, mentre è dalla combinazione di dimensione e forma di occhi, bocca e branchie che si identificano i salmoni.

Per restare vicini alla vita di ogni giorno, il riconoscimento biometrico sta trovando una importante applicazione sui nostri amici a quattro zampe, cani e gatti.

Al CES 2023 di Las Vegas, un importante salone di tecnologia , è stata lanciata un’app, Petnow, che rappresenta la prima applicazione per il riconoscimento biometrico di cani e gatti. Con una approssimazione intorno al 98%, quest’app è infatti in grado di riconoscere un cane o un gatto semplicemente inquadrandone un particolare del  “volto”.

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Photo by Angela Lorusso

Ma come funziona quest’app e su cosa si basa?

Sul volto umano, i sistemi di riconoscimento facciale identificano dei punti chiave che diventano punti di riferimento per misurare le caratteristiche del viso della persona, come la larghezza del naso, la forma degli zigomi, larghezza e lunghezza del volto e così via.

Questi sistemi memorizzano i dati e li adoperano per costruire una impronta facciale con cui dovrà essere confrontata l’immagine per identificare la persona.

Nel caso di un cane o di un gatto, ad essere sotto la “lente” del sistema di riconoscimento facciale è il naso dell’animale: si sa infatti che l’impronta lasciata dal naso del nostro amico a quattro zampe è unica e del tutto “personale”, un po’ come lo sono le impronte digitali per gli esseri umani. 

Quest’app pertanto scansiona la superficie del naso dell’animale e la adopera come misura di autenticazione biometrica per identificare lo stesso.

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Due elementi di basilare importanza caratterizzano questo innovativo strumento: la protezione dei dati, che vengono opportunamente crittografati, e che quindi salvaguarda la privacy di animale e proprietario, e la facilità di utilizzo.

Non è infatti necessario scattare una foto ma semplicemente inquadrare il cane o il gatto aprendo l’applicazione: ne viene fatta una scansione automatica per permetterne l’identificazione.

Ma quali possono essere le possibili applicazioni?

Il riconoscimento biometrico sugli animali domestici ne consente innanzitutto l’identificazione in caso di smarrimento: inquadrato il naso dell’esemplare, una volta identificato, i dati potranno essere immediatamente trasmessi al proprietario, consentendogli di conoscere la posizione del suo animale e quindi permetterne il ritrovamento.

Altra applicazione importante è la possibilità di evitare l’impianto del microchip.

Sebbene sia una pratica oramai ordinaria e di vitale importanza per riconoscere l’animale, l’impianto del microchip rappresenta pur sempre un momento traumatico nella sua vita, che potrebbe essere appunto evitato attraverso l’uso di un dato biometrico, opportunamente registrato ed archiviato.

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Basata sempre sul riconoscimento biometrico animale è Petvation 2.0, la versione moderna della classica gattaiola.

La gattaiola è l’apertura collocata sul fondo di portoni, soprattutto in legno, che consente agli animali domestici, soprattutto di piccola taglia, di entrare ed uscire liberamente senza l’intervento umano. Il rovescio della medaglia è che la porta è sempre aperta anche per “ospiti” non del tutto desiderati.

Grazie ad un sistema di telecamerine, questo moderno sistema consente l’ingresso solo agli anomali registrati e di conseguenza riconosciuti, sbarrando così la strada a “visitatori” non graditi. Può inoltre essere azionato a distanza, programmato solo in determinate fasce orarie e soprattutto ha un meccanismo di sicurezza che ne vieta la chiusura mentre l’animale è in passaggio.

Scritto da:

Angela Lorusso
Business Process Specialist
Un’archeologa prestata alla tecnologia.

Fonte Fastweb.it

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