Con la seconda ondata della pandemia, viaggiare è di nuovo diventato difficile. Il 13 ottobre la International Air Transport Association (IATA) ha dichiarato che le compagnie aeree stanno viaggiando al 10% della normale capienza; la covid ha messo a rischio oltre 41 milioni di posti di lavoro nel mondo del turismo, e lo scenario futuro non si prospetta dei migliori: secondo la IATA, il mondo dei viaggi non ritornerà ai livelli prepandemia prima del 2024.
Volare con la mente. In questo scenario si cerca di pensare a modalità di viaggio alternative, come quelle tramite realtà virtuale (VR) o aumentata (AR): «Più continuerà la pandemia, maggiori saranno le possibilità che la VR diventi una forma alternativa di viaggio», afferma Ralph Hollister (Global Data). Secondo Hollister, la pandemia è stata «una scarica di adrenalina» per questa tecnologia, finora poco apprezzata e utilizzata. Per capire le potenzialità di questo settore, basta un esempio: l’aerolinea giapponese First Air, che dal 2017 offre voli in realtà virtuale con tanto di biglietti e pasti a bordo, con l’arrivo della pandemia ha visto schizzare le prenotazioni del 50%.
dopo la pandemia. Tra i Paesi più all’avanguardia nei viaggi virtuali spicca la Germania, che ha creato diversi video in VR per mostrare diverse attrazioni turistiche: dai castelli più famosi visitabili con il visore Microsoft Hololens, ai video a 360° delle coste del Baltico e del Mare del Nord visionabili con gli Oculus Rift.
Ma ci abitueremo anche dopo la pandemia a viaggiare senza muoverci da casa? Secondo Petra Hedorfer della Germany National Tourist Board (GNBT) no: «Le applicazioni digitali non possono e non vogliono rimpiazzare l’esperienza reale del viaggio», spiega alla BBC. «VR e AR sono elementi essenziali per mantenere alto l’interesse nel turismo tedesco durante le restrizioni attuali e mostrare future mete di viaggio».
i viaggiatori del dopo-covid. C’è anche chi ritiene che la VR potrà aiutare le persone a riabituarsi a viaggiare alla fine dell’emergenza sanitaria: «A mano a mano che inizieremo a uscire dall’incubo covid, ci sarà chi ricomincerà immediatamente a viaggiare, come i più giovani», spiega Miguel Flecha (Accenture), «e chi sarà invece più cauto e non si sentirà sicuro». Secondo Flecha, le tecnologie immersive potrebbero “simulare” un viaggio nell’era post-covid, illustrando – ad esempio – le nuove procedure di check-in in hotel e in aeroporto, e dando sicurezza ai futuri viaggiatori affinché tornino a esplorare il mondo in totale tranquillità.
Fonte Focus.it