Con il 6G ologrammi a grandezza naturale e ‘Tera Economy’

(ANSA) – ROMA, 24 GEN – In attesa si diffonda il 5G già si
parla di 6G, la connessione di sesta generazione che è più
vicina di quanto si pensi. Da lanciare entro il 2030, metterà il
turbo ad alcuni settori economici tali da dar vita allo scenario
di una ‘Tera Economy’, termine coniato dall’agenzia di analisi
tech Counterpoint.
    In cima alle applicazioni che più di altre beneficeranno del
6G c’è la guida autonoma, l’integrazione dell’intelligenza
artificiale in dispositivi Internet delle Cose e, soprattutto, i
mondi 3D della realtà virtuale e aumentata. “Un semplice
ologramma 3D a grandezza naturale di tutto il corpo richiederà
una larghezza di banda in Tbps (Terabit al secondo) per essere
correttamente visualizzato – sottolineano gli analisti – con
tecniche di compressione avanzate architettura 6G e capacità
radio correlate dovremmo mirare a trasmettere questo ologramma
ad alta risoluzione su un collegamento mobile. Ciò estenderà la
realtà oltre lo spazio e trasformerà il modo in cui comunichiamo
tra noi”, dicono gli analisti.
    Il 6G ci interessa da vicino, visto che l’Italia, con
l’Università di Pisa e il Politecnico di Torino, è tra i primi
paesi a sperimentare quanto descritto in Hexa-X. È il programma
dell’Unione Europea finanziato con 12 milioni di euro che
coinvolge 25 partner continentali, tra cui Ericsson, Nokia,
Intel, e che intende portare avanti i test sul 6G in modo da
recuperare terreno rispetto a Cina e Stati Uniti, nella corsa al
prossimo standard di rete. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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