Con il coronavirus ‘stress test’ per Internet

Più smart working, videoconferenze, scuola digitale ma anche social network, videochiamate con famiglia e amici, film in streaming, videogiochi per riempire le lunghe giornate a casa. L’epidemia del coronavirus ha portato cambiamenti senza precedenti nella vita e nel lavoro di tutti con Internet che sta subendo uno ‘stress test’ che preoccupa.

Tanto che l’Europa ha chiesto a due colossi come YouTube e Netflix di abbassare la definizione per occupare meno banda. A cui si e’ aggiunto anche Disney+. Mentre in aree come Milano e Roma il traffico è aumentato del 40%.

“Con questa decisione ci uniamo alle misure già adottate da Netflix e richieste da Bruxelles per far fronte al sovraccarico che le infrastrutture stanno affrontando dall’inizio della pandemia”, ha spiegato Google dopo la richiesta del Commissario Ue Thierry Breton.

“Abbiamo deciso di ridurre la velocità di trasmissione in Europa per 30 giorni, alleggerendo del 25% l’impatto del traffico sulle reti europee”, ha aggiunto Netflix, nei cui abbonamenti, però, l’alta definizione si paga. Tutti gli indicatori mondiali mostrano che la pressione sulla reti è forte. In Italia secondo uno studio del Garr, il consorzio della comunità dell’istruzione e della ricerca, in aree come Milano e Roma il traffico è aumentato del 40% e la saturazione comporta che dai 100 megabit garantiti dal gestore l’utente arrivi ad averne 40. E l’accesso degli studenti alle lezioni in video e ai contenuti online ha generato nell’ultima settimana un aumento del traffico in upload del 60% rispetto alla media annuale.

“E’ indubbio che siamo di fronte a limitazioni della banda e che, se quello che abbiamo ora è frutto di dieci anni di investimenti, non possiamo girare la manopola in due settimane e fare ciò che richiederà, invece, dai 24 ai 36 mesi”, osserva Massimo Carboni, dirigente del Dipartimento Infrastrutture del Garr. Proprio ieri l’Agcom ha chiesto agli operatori tlc “di fare ogni sforzo” per “assicurare nel più breve tempo possibile un aumento della banda media per cliente, su rete fissa, di almeno il 30%”.

Secondo una rilevazione di Cloudflare, la società Usa che si occupa di reti e sicurezza, dal lockdown in Italia il traffico internet è cresciuto del 20-40%. A Milano il picco il 9 marzo (40%) inizio delle misure restrittive del governo. Invece in Asia, a Hong Kong, l’impennata si è avuta a fine di gennaio in coincidenza della chiusura del distretto di Hubei. Negli Stati Uniti il traffico Internet è salito dal 10 al 20% dalla prima settimana di febbraio, punte come solo nei grandi eventi come il Super Bowl.

In Italia, ha spiegato Mark Zuckerberg nei giorni scorsi, “gli spettatori dei Live su Facebook e dei video su Instagram sono raddoppiati, così come le chiamate su Messenger e WhatsApp”. L’unico servizio che registra un calo nel nostro paese è la musica in streaming, con l’ascolto delle canzoni più popolari diminuito del 23% (dati analizzati da Quartz. Ma la flessione è anche in altri paesi forse perché l’ascolto delle canzoni in streaming avviene prevalentemente mentre si va al lavoro o si fa sport, attività venute meno per l’epidemia.
       

Fonte Ansa.it

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