(ANSA) – ROMA, 06 MAG – Confartigianato li definisce “pericolosi fantasmi”: sono 3,2 milioni i lavoratori irregolari
e gli operatori abusivi del sommerso, che vale 202,9 miliardi,
l’11,3% del Pil ed il 12,6% del valore aggiunto. E “sono 709.959
le aziende italiane maggiormente esposte alla concorrenza sleale
ad opera di un milione di operatori abusivi che si spacciano per
imprenditori”. Sono stime del centro studi di Confartigianato
che lancia oggi una campagna nazionale di informazione contro
l’abusivismo dal titolo ‘Occhio ai furbi! Mettetevi solo in
buone mani”. Il presidente Marco Granelli chiede “tolleranza
zero per un fenomeno che sottrae lavoro e reddito ai piccoli
imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a
minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori”.
E’ irregolare – stima il centro studi – il 14% dei soggetti che
svolgono attività indipendente e questa quota è aumentata d 0,6
punti percentuali rispetto al 2011. “In particolare, i rischi
maggiori di infiltrazione abusiva li corrono 587.523 imprese
artigiane, soprattutto nei settori dell’edilizia,
dell’acconciatura ed estetica, dell’autoriparazione,
dell’impiantistica, della riparazione di beni personali e per la
casa, del trasporto taxi, della cura del verde, della
comunicazione, dei traslochi”. Abusivismo e lavoro sommerso – emerge dall’analisi – non
risparmiano nessuna regione d’Italia Il Mezzogiorno ha il record
negativo con il tasso di lavoro irregolare sull’occupazione
totale pari al 17,5% ma è nel Nord che si annida il maggior
numero di abusivi che si fingono imprenditori: in testa la
Lombardia 130.800, poi Campania (121.200) e Lazio (111.500).
(ANSA).
Fonte Ansa.it