Confcommercio, persi 1,5 milioni di posti e 130 miliardi consumi

(ANSA) – ROMA, 03 MAG – Per la prima volta dopo 25 anni di
crescita ininterrotta, il Covid riduce la quota di valore
aggiunto del terziario di quasi il 10% nel 2020 (-9,6% rispetto
al 2019). Gli effetti della pandemia hanno impattato in maniera
consistente anche sui consumi con quasi 130 miliardi di spesa
persa, di cui l’83%, pari a circa 107 miliardi, in soli quattro
settori: abbigliamento e calzature, trasporti, ricreazione,
spettacoli e cultura e alberghi e pubblici esercizi. Con forti
conseguenze sull’occupazione: i servizi di mercato registrano la
perdita di 1,5 milioni di unità. Questo il quadro che emerge dal
rapporto dell’Ufficio studi Confcommercio “La prima grande crisi
del terziario di mercato”.
    All’interno del -9,6% per il valore aggiunto prodotto, i
settori del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti
arrivano a perdere complessivamente il 13,2%; i maggiori cali
nella filiera turistica (-40,1% per i servizi di alloggio e
ristorazione), seguita dal settore delle attività artistiche, di
intrattenimento e divertimento (-27%) e dai trasporti (-17,1%).
    “Per la prima volta nella storia economica del nostro Paese
il terziario di mercato subisce una flessione drammaticamente
pesante. Occorre, quindi, che il Piano
nazionale di ripresa e resilienza dedichi maggiore attenzione e
maggiori risorse a sostegno del terziario perché senza queste
imprese non c’è ricostruzione, non c’è rilancio”, commenta il
presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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