Contro errori umani nuovo prototipo per la sicurezza in mare

(ANSA) – CAGLIARI, 09 SET – La tecnologia per vivere il mare
in sicurezza. Soprattutto per chi in acqua ci lavora ogni
giorno. Un sistema di telecomunicazioni alternativo alla rete
usata per i telefoni cellulari che tutti hanno in tasca. Il
prototipo è già pronto. Ora occorre l’interesse del mercato – e
quindi delle imprese – poi nel giro di un anno e mezzo il
sistema potrebbe essere già su navi, barche a vela e gommoni. È
il progetto internazionale Iside, Innovazione per la sicurezza
del mare, incluso nel programma europeo Interreg marittimo
Italia-Francia.
    Tutto parte da una premessa: negli ultimi dieci anni il 17
per cento degli incidenti in mare è legato a problemi di
comunicazione. Il resto è dipeso da errori umani. La chiave è un
utilizzo corretto e pratico degli strumenti ora a disposizione
della comunità scientifica. In particolare Iside ha messo a
punto modelli e protocolli vocali e audiovisivi legati ai
sistemi Itc di comunicazione. Il prototipo testato sul campo –
con simulazioni di incidenti tra imbarcazioni nei porti di
Genova, Cagliari, Livorno, Tolone e Bastia e monitoraggio dei
livelli di stress delle persone coinvolte – è in grado di
riportare il segnale Ais Vhf utilizzato per le comunicazioni in
mare direttamente su applicativi installabili negli smartphone e
negli smartwatch, rendendo fruibile e sempre disponibile la
tecnologica che, in caso di incidente, sarà in grado di
sostituirsi al “fattore umano” nella delicata fase di
comunicazione con le centrali operative delle Capitanerie di
Porto.
    “Oggi – ha spiegato Gianfranco Fancello, docente
all’Università di Cagliari, in occasione dell’evento conclusivo
del progetto europeo ospitato nel capoluogo sardo – possiamo
quindi ufficializzare la piena funzionalità ed efficienza del
nostro prototipo che, una volta ingegnerizzato, sarà reso
fruibile a tutti gli operatori di mercato. Allo stesso tempo
lasciamo aperto il laboratorio sui fattori umani creato
all’interno di Iside, che rimane a disposizione del partenariato
e di tutta la collettività per generare nuove attività di
ricerca fortemente integrate, capaci di mettere in evidenza
l’incidenza del fattore uomo e che permettano di sviluppare
processi e prodotti fortemente rispondenti e performanti agli
standard psicofisici”.
    Nel progetto sono coinvolti otto partner: Università degli
Studi di Cagliari Unica-Cirem; Siit-Sistemi Intelligenti
Integrati e Tecnologie Società consortile per azioni (Scpa);
Itcg – Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di
porto-Guardia Costiera ; Autorità di Sistema Portuali del Mar
Tirreno Settentrionale e del Mare di Sardegna; Navigo; Camera di
Commercio di Bastia e dell’Alta Corsica; Camera di Commercio del
Var. Le spese: impiegati 2.300.000 euro, di cui 1.955.000 euro
di fondi Fesr. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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