Il 40% dei Paesi segnala perdite
economiche in agricoltura esplicitamente legate al cambiamento
climatico; un settore che diventa quindi sempre più strategico
per creare un’economia resiliente e sostenibile. Da qui la
necessità di migliorare i sistemi agroalimentari per arginare le
perdite e i danni sempre più ingenti. E’ quanto evidenzia il
nuovo rapporto pubblicato dalla Fao, a margine della conferenza
delle Nazioni Unite sul clima Cop28 a Dubai, che punta il dito
sull’importanza di aumentare i finanziamenti destinati al
settore primario.
“La distribuzione dei finanziamenti per le perdite e i danni
sarà la cartina di tornasole per il successo della Cop28”, ha
affermato il direttore generale della Fao QU Dongyu, precisando
che “gli agricoltori si sono adattati ai cambiamenti dei loro
ambienti, ma quello che stanno vivendo oggi va oltre la loro
capacità. Loro sono i migliori investimenti nel rafforzamento
della resilienza ai cambiamenti climatici”.
Oggi il 35% degli attuali piani d’azione per il clima fa
esplicito riferimento a questo tema, anche perché perdite e
danni nei campi per molte comunità sono sinonimo di povertà,
insicurezza alimentare e accesso limitato ai servizi. Secondo il
rapporto gli eventi meteorologici estremi dominano le cause
delle perdite economiche, con il 37% delle segnalazioni legate
al settore primario. Tra il 2007 e il 2022 le perdite agricole
hanno contribuito al 23% dell’impatto totale dei disastri in
tutti i settori; solamente la siccità è responsabile del 65%
delle perdite nel settore agricolo, che si traducono in 3,8
trilioni di dollari. Secondo gli autori, gli eventi climatici
causeranno ulteriori perdite e danni sempre più impattanti sulla
produttività e quindi sul sostentamento di coloro che dipendono
dai sistemi agroalimentari”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Fonte Ansa.it