(ANSA) – ROMA, 09 GIU – L’Italia “recepisca la direttiva europea sul diritto d’autore e lo faccia in fretta. Da Carlo Verdone a Roby Facchinetti, da Gino Paoli a Cheope, Al Bano, Tony Renis, il mondo dello spettacolo scende in campo insieme alla Siae e al suo presidente Mogol per sollecitare una volta di più parlamento e governo ad approvare la direttiva copyright abbreviando “quanto più possibile i tempi”. “Impossibile aspettare ancora un anno o peggio un anno mezzo”, spiega Gaetano Blandini dg della Società degli autori e degli editori, “I giovani e gli artisti meno conosciuti non hanno tutto questo tempo”. La crisi arrivata con la pandemia da Coronavirus rischia di dare al mondo creativo la spinta fatale verso il baratro. Per questo, in una conferenza stampa un po’ in presenza un po’ via zoom, l’allarme è sulla bocca di tutti, da Caterina Caselli , che vorrebbe il diritto d’autore assimilato al brevetto per le industrie, a Verdone, che avverte: “Senza un decente e giusto diritto d’autore la creatività non potrà crescere, avremo opere modeste fatte tanto per fare”. Allarme, ma anche indignazione, perché la resistenza dei grandi gruppi del web a pagare le tasse “su quello che li rende miliardari” “è qualcosa di immorale”, denuncia Verdone. Andrea Purgatori rappresenta le associazioni del cinema e anche lui ricorda ” che se non esistessero i contenuti non esisterebbero le piattaforme e nemmeno i palinsesti tv”. L’applicazione della direttiva copyright, ricorda l’autore e giornalista “è a costo zero per lo Stato, ma serve a riequilibrare almeno un pochino il rapporto tra chi sfrutta i contenuti e chi li crea”. Il provvedimento, riferisce Blandini , è attualmente al Senato. A fine giugno dovrebbe essere approvato e passare alla Camera, quindi la palla passa al governo che deve mettere a punto il decreto. “Se c’è la volontà entro la fine dell’anno ce la si può fare”. (ANSA).
Fonte Ansa.it