C’è anche un ricercatore italiano, il 32enne di Pesaro Daniele Antonioli, nel team internazionale di scienziati che ha messo a punto il DP3T, il sistema per il tracciamento digitale del Covid-19 mediante l’uso di un’app per smartphone Android e iOS.
Il DP3T ha un’architettura decentralizzata che tutela la privacy e la sicurezza degli utenti ed ha un modello di sviluppo ‘open-source’ che ha permesso alla comunità internazionale di ricercatori di analizzare il progetto e dare feedback. Sul DP3T si baseranno le app di tracciamento messe a punto da stati europei come Germania, Austria, Svizzera ed Estonia. Anche Apple e Google hanno messo a disposizione una tecnologia prendendo ispirazione dal DP3T.
Antonioli, laureato in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni all’Università di Bologna, con un dottorato di ricerca in Computer Science alla Singapore University of Technology and Design, sta svolgendo un post-dottorato al Politecnico Federale di Losanna (Epfl) e, da oltre due mesi, sta lavorando con il “team DP3T” occupandosi Bluetooth. “Stiamo testando la catena degli algoritmi di prossimità in varie situazioni come un pranzo o un party tra amici – ha spiegato Antonioli in un’intervista a RSI (Radiotelevisione svizzera) – Raccogliamo dati per validare il nostro algoritmo di prossimità.
Nel progetto DP3T i dati non vengono generati e mantenuti in un server centrale, ma ogni dispositivo in cui la app è installata genera i dati in forma privata e li conserva all’interno del dispositivo stesso. In caso di necessità tutti i contatti che una persona ha avuto negli ultimi 14 giorni possono essere trasmessi, anonimizzati, all’ente sanitario”.
Fonte Ansa.it