Cos’è Botto, l’arte ai tempi dell’intelligenza artificiale

Botto è un algoritmo ad intelligenza artificiale in grado di generare opere d’arte NFT (Non-Fungible Token), ovvero pezzi unici e non replicabili. Per riuscirci, crea migliaia di immagini e una comunità di utenti decide come influenzare le sue scelte tramite voto, stabilendo quali opere debbano andare all’asta. Ciò gli ha permesso di generare un profitto di 1,3 milioni di dollari con la vendita di sole sei opere d’arte digitali.

A rendere speciale Botto è la capacità di collezionare e catalogare diverse influenze artistiche, che utilizza per dare vita alle sue creazioni in una manciata di minuti.

Molti potrebbero avere da ridire sul fatto che manchi di originalità, ma non si può nascondere che anche l’artista umano sia influenzato dall’esperienza, nonché dalle opere altrui. D’altra parte, anche il nostro cervello segue una sorta di algoritmo.

Quello che le macchine non potranno mai fare, però, è essere stimolate emotivamente dalle creazioni artistiche ed essere quindi capaci di distinguere fra un lavoro di alto valore ed uno pessimo. Il progetto Botto nasce proprio con l’intento di coniugare le capacità di calcolo ed elaborazione dello strumento informatico a quelle emotive e sensoriali dell’essere umano.

Come funziona Botto

Botto sfrutta gli algoritmi di machine learning VQGAN (Vector Quantized Generative Adversarial Network) e CLIP (Contrastive Language-Image Pre-training), che possono essere utilizzati simultaneamente per generare immagini a partire da un prompt di testo. Il primo è capace di generare immagini somiglianti ad altre, mentre il secondo può determinare se le stesse siano in buona corrispondenza con l’input di testo iniziale.

In particolare, Botto parte da una stringa casuale di parole e frasi e la utilizza per generare un’immagine tramite VQGAN, servendosi dei suoi database ricchi di opere d’arte famose. Sta a CLIP, poi, stabilire quanto questo output sia in linea con la stringa iniziale, per poi aiutare VQGAN ad apportare delle correzioni attraverso la regolazione di opportuni parametri.

Quando il lavoro è completato, CLIP è anche capace di scegliere un titolo di due parole casuali: la combinazione ottimale viene stabilita sulla base della coerenza con l’immagine rappresentata.

Quando arriva il momento della descrizione, interviene GPT-3, un generatore di linguaggio naturale sviluppato da OpenAI. Il team di persone interviene per verificare l’accuratezza del contenuto generato e sceglie la migliore soluzione, aggiustando la punteggiatura e correggendo gli errori.

Botto riceve circa 300 input giornalieri dai quali elabora altrettante immagini. Segue una scrematura settimanale e una selezione delle 350 immagini più belle da sottoporre alla comunità, che consta di migliaia di membri. Attraverso un voto, queste persone decretano ogni settimana l’opera più bella. Essa viene poi coniata come NFT e venduta all’asta su SuperRare.

Le scelte degli esseri umani vengono utilizzate da Botto per affinare la selezione delle migliori opere settimanali da sottoporre al giudizio della comunità e per generare le stringhe di testo da utilizzare la settimana successiva. Secondo questo principio di funzionamento, l’algoritmo dovrebbe essere in grado di presentare opere via via migliori e con caratteristiche molto differenti, per rendere la procedura di selezione sempre più difficile.

Cosa sono esattamente gli NFT

nftNon-Fungible Token sta per qualcosa che non è replicabile ed è quindi insostituibile, come se fosse in possesso di un certificato di autenticità. Gli NFT non sono altro che dei token crittografati che sfruttano la tecnologia blockchain, ovvero un registro digitale che tiene traccia di tutti i loro movimenti e li rende non intercambiabili. Ciò ha particolari benefici per quanto riguarda i movimenti di denaro e permette di sapere con certezza se ci si trovi di fronte al prodotto originale o ad una sua replica.

L’arte è stata uno dei primi campi di applicazione degli NFT e rappresenta attualmente un business in continua crescita, con opere vendute online a migliaia di dollari.

Chi acquista un’opera di questo tipo ne diventa unico proprietario e titolare esclusivo, è sicuro della sua autenticità e non c’è alcuna possibilità che qualcun altro ne possieda una copia.

Gli artisti che vogliono guadagnare vendendo le proprie creazioni attraverso gli NFT devono innanzitutto acquistare dei token digitali. Lo possono fare tramite l’inserimento e la convalida delle proprie informazioni su una blockchain come Ethereum. Questa operazione ha un costo significativo ma permette di avere un ritorno importante quando le opere vengono messe all’asta su piattaforme dedicate come SuperRare, OpenSea, Rarible, NiftyGateway e MarkersPlace.

A chi sono destinati i proventi di Botto

bottoFra le sei rappresentazioni NFT di Botto vendute all’asta, quelle che hanno ottenuto maggiore successo sono Scene Precede e Asymmetric Liberation che hanno raggiunto le cifre di 430 e 325 mila dollari rispettivamente. La meno remunerativa è stata Cross Adieu, che ha comunque garantito un profitto di 81 mila dollari.

Al di là di una percentuale del 15% da destinare a SuperRare per i costi di commissione, i proventi vengono utilizzati per incentivare la partecipazione al progetto Botto e alle relative votazioni. In particolare, essi vengono reinvestiti nell’acquisto di token digitali su Etherum, da utilizzare per certificare le opere future. Allo stesso tempo, gli utenti devono utilizzare la piattaforma Botto per scambiare i token acquistati e ottenere la possibilità di votare più volte in una settimana. È assai probabile che questo meccanismo promozionale, porterà ad aumentare il valore delle opere NFT e dei relativi token.

Secondo quello che affermano i suoi creatori, il progetto mira ad avvicinare le persone all’arte. È pur vero che un conto è finanziare l’artista umano che vende le sue creazioni per pagarsi da vivere, un altro è andare a finanziare un business il cui unico scopo sembra quello di generare denaro dal nulla.

Fonte Fastweb.it

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