Cos’è e come funziona la VPN di Google

Dai primi di agosto 2021 è arrivata anche in Italia la VPN gratuita di Google, già disponibile in USA, Canada, Messico, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna. Come tutte le VPN, anche quella di Google ha uno scopo ben preciso: proteggere la privacy, e indirettamente anche la sicurezza, degli utenti che la usano.

La VPN di Google non si può acquistare come servizio separato: è inclusa gratuitamente nei piani da almeno 2 TB di Google One, il servizio di cloud storage di Big G che, in questo taglio, costa 9,99 euro al mese o 99,99 euro l’anno.

Il grande limite di questo nuovo servizio Google è che è utilizzabile solo per proteggere la navigazione da smartphone e non anche quella da browser Web. Tuttavia, una volta attivata, la VPN di Google protegge anche la navigazione e i dati che passano da altre app, come quelle dei social e il servizio può essere condiviso con fino a 5 utenti, con un solo abbonamento.

Google VPN, quindi è un servizio un po’ particolare, che va conosciuto a fondo al fine di sfruttarlo al meglio.

Come funziona la VPN di Google One

La VPN di Google è un servizio gratuito per i piani da almeno 2 TB, ma opzionale: è l’utente che sceglie se e quando attivarla, all’interno dell’app di Google One. Una volta attiva, però, tutti i dati che entrano ed escono dallo smartphone passano da un canale criptato.

Il servizio offerto da Google è una VPN a tutti gli effetti, ma ha alcune caratteristiche peculiari che non troviamo in altri servizi analoghi. Ad esempio, e questo è un vantaggio, i dati relativi all’autenticazione e identificazione dell’utente viaggiano su un canale separato rispetto a quello da cui passano tutti gli altri dati di navigazione.

Google spiega così questa scelta: “Le VPN tradizionali a volte possono compromettere l’identità di un utente o l’attività online collegando l’utilizzo del loro servizio all’attività che svolgono tramite un ID di sessione. Questo ID potrebbe consentire agli operatori VPN, o agli aggressori che compromettono la loro infrastruttura, di intercettare e identificare gli utenti e la loro attività“.

In parole povere: anche se un hacker riuscisse a violare una connessione protetta da Google VPN, non avrebbe comunque modo di sapere chi è l’utente che ha effettuato tale connessione perché i dati di identificazione del cliente viaggiano su un’altra connessione criptata.

Quindi, per sapere “chi sta facendo cosa” online, l’hacker dovrebbe riuscire a forzare due connessioni protette, non una, e, per di più, avere le informazioni necessarie a collegare i due canali.

Google, inoltre, promette un’elevata velocità di navigazione anche quando l’utente ha la VPN attiva. La scarsa velocità di navigazione è uno dei talloni d’Achille di molti servizi VPN, ma è normale: per anonimizzare l’indirizzo IP dell’utente bisogna smistare il traffico su server a volte lontani dall’utente stesso, mentre per criptare tutti i dati di navigazione è necessario attendere i tempi di calcolo degli algoritmi di crittografia.

Google, però, afferma che con la sua VPN si possono raggiungere senza problemi i 300 Mbps, un valore a dire il vero difficile da verificare, perché quando la connessione rallenta non c’è quasi mai un solo motivo, un singolo problema facile da individuare, ma piuttosto una concatenazione di eventi negativi.

I limiti della VPN gratuita di Google

vpn e privacy

Un buon servizio di VPN a pagamento, sicuro e veloce, costa tra 30 e 50 euro l’anno e, di conseguenza, la VPN gratuita di Google è molto allettante per i clienti che già hanno l’esigenza di usare molto spazio di archiviazione in cloud. Clienti che, spesso, già pagano per un servizio analogo offerto da un altro provider.

Tuttavia, ci sono alcuni aspetti da valutare prima di attivare la VPN gratuita del gigante di Mountain View. Paradossalmente, visto che parliamo di un servizio che tutela la privacy, il primo dubbio riguarda proprio la privacy.

Attivando la VPN gratuita di Google, infatti, tutti i nostri dati di navigazione vengono gestiti da Google. La stessa Google che già sa tutto su ciò che cerchiamo, che sviluppa il browser Chrome che probabilmente stiamo usando, che sa quali contenuti guardiamo su Discover, che è un altro dei suoi prodotti.

Google sa bene che questo potrebbe essere il principale dubbio di un utente avanzato, potenzialmente interessato ad usare la VPN di Google One perché, magari, già usa una VPN a pagamento. Nel white paper di presentazione del servizio, per questo, Google specifica qual è la privacy policy del servizio, in particolare la “log privacy“.

Secondo quanto comunicato ufficialmente da Google, delle connessioni protette dalla VPN gratuita non vengono registrati i dati relativi a:

  • Traffico di rete, inclusi i DNS
  • Indirizzo IP dell’utente che usa la VPN
  • La quantità di banda dati utilizzata da ognuno dei 5 potenziali utilizzatori
  • Data e ora delle connessioni

Altri dati, invece, vengono registrati in forma anonima per garantire l’efficienza del servizio, come la velocità aggregata del traffico, la quantità di pacchetti di dati persi e di errori di connessione, i carichi alla CPU e alla RAM dei server che gestiscono la connessione protetta.

Fonte Fastweb.it

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