Nell’era dei social network è sempre più facile accorgersi del ruolo che i video stanno assumendo, soprattutto sulle piattaforme del web. Basti pensare alla sempre maggiore presenza che i Reels o i video brevi di TikTok stanno avendo sulle piattaforme di social media per comprendere quanto i video saranno un contenuto sempre più importante in futuro.
Da qui l’importanza di non solo di saper creare un bel video, ma anche di saperlo editare in modo professionale, o quasi.
In poche parole, di essere abili maestri del video editing.
Con video editing si intende la capacità di scegliere le migliori immagini e metterle in un ordine tale da creare un video d’effetto. Un video è composto da una parte audio e, naturalmente, da una parte video. Il connubio di questi due aspetti dà vita ad un oggetto multimediale, che risulta essere un concetto ancora più complesso rispetto ad un semplice video.
Come prima cosa, chi decide di montare un video sceglie le immagini più belle e rappresentative rispetto al soggetto su cui il video è incentrato. Il secondo passo prevede la scelta dell’ordine in cui si vogliono disporre le immagini selezionate.
Quando il video è pronto e confezionato, si può procedere con la sua pubblicazione sulle varie piattaforme social o web. Non bisogna però dimenticarsi che un’importante parte del video è data dall’audio. Nelle grandi trasposizioni cinematografiche e nelle produzioni televisive è presente una persona che si occupa solo di questo, mentre un videomaker si occupa sia della parte video che della parte audio.
Editare un video non significa solo girarlo, ma affrontare quella parte di post-produzione che rende un video fruibile per il pubblico. Il videoediting è personale e ogni video maker modifica i propri progetti secondo un gusto e un’estetica personali, ma ci sono regole di base che valgono per ogni lavoro.
Chi si occupa di montaggio video è anche un esperto user dei programmi dedicati al video editing: dalla suite Adobe e Premier o Wondershare Filmora ai software gratuiti come DaVinci Resolve sono molti i programmi che permettono di ottenere video professionali.
Grazie alle innumerevoli risorse, sono molte le persone che hanno fatto della loro passione per il montaggio video un vero e proprio lavoro, diventando Youtuber o video maker professionisti.
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0. Cosa significare montare un video
Il montaggio video è alla base del lavoro di un video maker, di uno Youtuber o di qualsiasi persona lavori nell’industria dei prodotti video. Il montaggio è un processo attraverso cui si modificano delle riprese o delle sequenze video: in questa fase si possono modificare gli elementi che compongono i fotogrammi, applicare effetti speciali o aggiungere una colonna sonora o una clip audio.
Un montaggio video deve essere fatto a regola d’arte per offrire agli spettatori le sensazioni racchiuse all’interno dei frame.
Prima delle grandi scoperte degli anni 80 e dell’avvento di Internet, la Moviola è stata il primo strumento di montaggio video. Era una macchina utilizzata soprattutto in campo cinematografico.
Oggi il montaggio di un video è dato perlopiù da un montaggio digitale, ossia utilizzando un software di video editing. È sufficiente scaricare un’app di video editing per creare dissolvenze, tagliare scene e inserire clip audio, azioni quasi impensabili fino a 60 anni fa.
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1. I principi dell’editing video
Quando si edita un video, il maker deve prestare attenzione ad alcune caratteristiche che saranno alla base dell’editing. La prima è sicuramente la grandezza del fotogramma misurata in pixel, ossia la risoluzione.
Un altro aspetto molto importante sono gli FPS, ossia il numero di fotogrammi per secondo. In terzo luogo, bisognerà stare attenti al tipo di scansione e ai frame, o fotogrammi.
Il fotogramma è essenzialmente il contenitore in cui vanno a posizionarsi le immagini scelte per creare il video. Il frame, o fotogramma, deve avere una determinata grandezza che sarà espressa in pixel.
Questa misura andrà a condizionare e creare la risoluzione del video. È molto importante conoscere fin da subito la risoluzione che dovrà avere il video che si sta creando. La risoluzione, infatti, cambia a seconda del canale su cui si vuole condividere il video.
Tuttavia, se si sa la destinazione del video ma non si conosce la risoluzione adatta a quella particolare tipologia, basta dare un’occhiata alle principali risoluzioni video che oggi sono utilizzate sul mercato.
Quando si parla di risoluzione si fa riferimento ad una convenzione: teoricamente tutti i filmati possono essere editati in qualsiasi risoluzione, ma all’interno dell’industria broadcast esistono delle regole che tendono ad incentivare l’utilizzo di risoluzioni standard.
Al primo posto delle risoluzioni più utilizzate c’è la 4K. I video in 4K avranno sicuramente un’ottima risoluzione, ma per girare e editare un video con queste caratteristiche c’è bisogno di un’attrezzatura specifica ed adeguata.
Il formato maggiormente diffuso oggi è il Full HD, che corrisponde a 1920 X 1080 pixel. La qualità di un video in Full HD risulta essere molto buona, anche se l’attrezzatura e la fase di lavorazione non sono così impegnative come quelle di cui necessita il 4K.
La risoluzione Full HD sta prendendo sempre più piede, anche in ambiti social e web. Ma la risoluzione preferita da Internet resta l’HDTV, ossia 1280 x 720 pixel. Questa risoluzione assicura un buon video, facilmente fruibile dagli utenti sul web. Infine, esistono ancora i cosiddetti video obsoleti, le cui risoluzioni stanno scomparendo e sono ormai poco utilizzati.
Alcuni tra questi sono il PAL e l’NTSC. Se si vuole creare un video destinato al web, la faccenda è totalmente diversa. Su internet, infatti, c’è una maggiore flessibilità sulla tipologia di risoluzione e gli utenti possono trovarsi a guardare dei video dalle risoluzioni più disparate.
Basta pensare alla differenza tra un video postato su un sito web e un video condiviso su un social network: nel primo caso è probabile che la risoluzione sia simile a 620 x 480, mentre sui social media spesso i video hanno una forma quadrata, che può corrispondere a 720 x 720 o 1080 x 1080.
Oppure, ancora, ci si può trovare di fronte a video verticali, con una risoluzione pari a 1080 x 1920. Sarà quindi molto importante domandarsi fin dall’inizio che tipo di risoluzione hanno i video, o file sorgente, che si dovranno creare. Il secondo elemento da tenere in considerazione quando si crea un video sono gli FPS, ossia i fotogrammi per secondo.
La differenza tra un video e un’immagine è data dal movimento.
L’immagine è statica, non si muove, mentre il video cambia nel corso dei minuti, durante la sua durata. Pensando ad un video, o un film, si riesce a capire quante immagini diverse si vedono sullo schermo? Non esiste un numero prestabilito di immagini da inserire all’interno di un frame ma, come abbiamo visto prima, ci sono degli standard che la comunità dei video maker tende a rispettare.
Gli FPS variano in base alla tipologia di video: se un video dovrà essere trasmesso in televisione avrà un determinato FPS, mentre se sarà proiettato al cinema la questione cambia totalmente. I fotogrammi per secondo dei video che andranno in onda in televisione si rifanno a due standard televisivi di riferimento: il PAL e l’NTSC.
Il PAL prevede 25 fps al secondo ed è molto utilizzato nei Paesi europei, compresa l’Italia. L’NTSC corrisponde invece a 30 fotogrammi al secondo e viene utilizzato soprattutto negli Stati Uniti. Per quanto riguarda i video destinati alla riproduzione cinematografica, devono prevedere 24 fotogrammi al secondo.
Infine, come si è visto anche prima, nel mondo del web le opzioni sono diverse e non si riesce a trovare una regola comune a tutti. Solitamente ci si basa sui fps utilizzati nell’industria televisiva, ma surfando nella rete si possono trovare anche tipologie di video con altri fps.
Bisogna però stare attenti al distributore video e alle condizioni di creazione video. Se si vuole creare un video per pubblicarlo poi su YouTube, sarà bene controllare gli standard accettati dalla piattaforma prima di procedere con l’editing del video.
I maker possono anche giocare con il numero di fotogrammi: se ad un certo punto del video si inseriscono più fotogrammi di quelli che si erano utilizzati nelle parti restanti, si avrà un effetto d’accelerazione, mentre se si inseriscono meno fotogrammi si avrà un effetto di rallentamento.
Cambiando quindi il numero di fotogrammi in fase di videoediting si potranno ottenere effetti accelerati o rallentati. Se si vuole immortalare un momento particolare con un effetto slow motion si potrà girare il video impostando una frequenza di fotogrammi pari almeno a 100 fps. Successivamente, riproducendo il video a 25 fps, otterremo il video rallentato di un quarto.
Un effetto opposto allo slow motion è il timelapse, quella tecnica che permette di creare, per esempio, il video di un tramonto dalla durata di pochi secondi, mentre nella realtà è durato diverse ore.
I metodi per ottenere un video in timelapse sono essenzialmente due: si può lasciare la macchina da presa ferma a registrare il tramonto per tutto il tempo o si può scattare una foto ogni minuto e visualizzare il video ad una velocità standard di 25 fps.
Il terzo aspetto fondamentale per la fase di video editing e montaggio è impostare la scansione video, che può essere progressiva o interlacciata. Nei video a scansione progressiva i fotogrammi vengono fatti scorrere nella loro interezza, uno dietro l’altro.
La situazione è diversa nei video a scansione interlacciata, dove i fotogrammi non vengono riprodotti per intero, ma divisi in campi che, scambiandosi molto velocemente, creano il filmato.
La scelta dipende dal canale di distribuzione a cui sarà destinato il video: se sarà la televisione il video dovrà essere interlacciato, mentre se si usa sul web andrà bene il progressivo.
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2. I migliori strumenti per editare e montare video
Per editare e montare dei video servono programmi specifici e particolare di montaggio. Non è necessario che siano software a pagamento: esistono molte alternative freemium o completamente gratuite da utilizzare o scaricare online.
Tra i migliori software non si può non nominare Adobe Premiere Pro, acquistabile con abbonamento mensile o annuale. Molto semplice da utilizzare per gli utenti che hanno già dimestichezza con la suite Adobe, ha moltissime funzionalità interessanti. L’unica pecca sono gli aggiornamenti che possono causare qualche bug.
Final Cut Pro può essere una valida alternativa ad Adobe Premiere, sebbene esista solo una versione a pagamento. Final Cut permette di creare un montaggio multi camera, ha un supporto per video VR a 360°, dispone di una capacità di rendering molto buona e un gran numero di strumenti, tra cui anche funzioni semplici da utilizzare dedicate ai neofiti. Da ricordare che è supportato solo su dispositivi Mac.
Per chi ha Windows, DaVinci Resolve 16 è un ottimo alleato. Il software ha una versione gratuita e una a pagamento. Anche se difficile da utilizzare per chi non è avvezzo al programma, DaVinci Resolve promette un ampio catalogo di strumenti, uno spazio dedicato al lavoro 3D, tantissimi effetti e la possibilità di correggere il colore. Importante ricordare che, a differenza di altri software e app, DaVinci Resolve non applica una filigrana ai video salvati.
Guardando invece tra i programmi di video editing gratuiti, il primo da consigliare è Avidemux, al primo posto delle risorse gratuite migliori. Con Avidemux si possono modificare, convertire e montare video in tutti i formati. L’utilizzo è facile e intuitivo anche grazie all’interfaccia semplice.
Compatibile sia su Microsoft che su macOS, uno dei migliori programmi di montaggio video è Wondershare Filmora. L’interfaccia è completamente in italiano ed è molto intuitiva. Gli utenti possono montare video di formati diversi e inserire nei loro progetti molte clip audio gratuite. Possono anche usufruire di uno store One-Stop per utilizzare effetti video esenti dai diritti d’autore.
Solo per Windows, invece, abbiamo Clipify. Il programma consente di montare video con grande semplicità, tagliare fotogrammi, ruotare, aumentare e diminuire la velocità, aggiungere titoli di apertura e chiusura, transizioni e audio. Con Clipify gli utenti possono anche registrare video attraverso la webcam, cambiare sfondo e salvare il progetto finale in quasi tutti i formati esistenti.
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3. L’uso del video editing
Chi vuole approcciarsi al montaggio video lo fa per uno scopo personale, o meglio amatoriale, o perché appassionato di video editing vorrebbe farsi strada nel mondo del lavoro.
L’utilizzo del video editing può aprire molte strade, dal campo televisivo a quello giornalistico o ancora quello più social, per chi vorrebbe magari diventare uno Youtuber. Vediamo insieme le strade che si possono intraprendere e come farlo.
Come diventare uno Youtuber
Inutile negarlo, l’avvento dei social media ha reso strumenti e mestieri alla portata di tutti, o meglio alla portata di tutti coloro che hanno una passione e il desiderio di apprendere e specializzarsi.
Sono stati tantissimi i giovani maker appassionati di montaggio video che si sono lanciati su YouTube aprendo un proprio canale in cui parlare di hobby e passioni, come in un video diario.
Dal make-up al gaming passando per la cucina e il fai da te, YouTube pullula di aspiranti (e non solo) YouTuber che postano e condividono con l’audience i propri progetti video.
Ma cosa bisogna fare per diventare uno Youtuber? La prima cosa da fare è aprire un canale su YouTube. Per accedere alla piattaforma di proprietà di Google serve un account Gmail.
Se lo si possiede, basterà entrare con le proprie credenziali, mentre se ancora non si ha un account Google, bisognerà prima creare un account Gmail. Dopo averla creata, accedere a YouTube aggiungendo il proprio account.
Per completare l’iscrizione, aggiungere una foto profilo e un’immagine di copertina e il gioco è fatto. Se lo si desidera, si può aggiungere anche una breve descrizione per far capire ai possibili followers di cosa tratterà il canale.
Una volta conclusa questa fase preliminare, bisognerà scegliere l’argomento che i video andranno ad esplorare. Deve essere un argomento di cui si è esperti, o perlomeno che appassiona. In questo modo il canale non risulterà superficiale, ma apporterà un reale contributo agli amanti di quel particolare settore.
I video che si andranno a caricare sul canale dovranno essere professionali. L’illuminazione, il montaggio e le attrezzature sono elementi importanti nella creazione di un video per YouTube. Oltre alla parte tecnica, per attirare il pubblico e diventare virali i video sulle piattaforme di social media devono essere accattivanti e divertenti, creati con l’intento di differenziarsi dalla grande quantità di video presente sulla piattaforma.
Bisogna ricordarsi infatti che YouTube è una piattaforma interamente dedicata ai video, dove la possibilità di farsi conoscere è alta, ma anche la concorrenza è molta. Dopo aver deciso su cosa incentrare i video e averli creati, basterà caricarli sul proprio canale per iniziare a monitorare le prestazioni.
YouTube è la piattaforma video più utilizzata al mondo, e proprio per questo qualche accorgimento per rendere i video più virali possibili non guastano. Tra i tanti trucchetti, si può fare attenzione alla SEO di YouTube oppure si possono creare collaborazioni con altri Youtuber per raggiungere un pubblico più ampio.
Attenzione a condividere il link del proprio video su tutte le piattaforme social: Facebook, infatti, penalizza i contenuti che non provengono dalle sue piattaforme, specialmente se si tratta di Google. Una buona idea per ovviare il problema è aprire un blog dove postare i video.
Quando si inizieranno a pubblicare sempre più video e ad avere un pubblico sempre più grande, si potrà iniziare a pensare a come monetizzare il proprio canale YouTube. Gli utenti che hanno una grande fanbase e sono molto attivi sulla piattaforma possono farlo diventando partner di YouTube, attraverso l’affiliazione, dando una concessione di licenza, vendendo prodotti.
Per approfondimento: Che app usano gli youtuber per editare i video?
Come diventare un video maker
A differenza dello Youtuber, che crea video di sua proprietà, seguendo tematiche a cui è appassionato, il video maker crea video per terzi in diversi rami, che sia il marketing, la pubblicità o la televisione.
I video possono essere commerciali o artistici, brevi come pubblicità o più lunghi come un documentario o un cortometraggio.
A causa della vasta natura del suo lavoro, il video maker deve avere conoscenze tecniche approfondite sui diversi campi d’azione e formati video, in modo tale da poter creare video di qualsiasi tipologia.
In questo caso non basta avere una grande passione per il video editing: per diventare video maker bisogna avere una conoscenza approfondita di fotografia e cinema, oltre a saper utilizzare in modo professionale i programmi e le attrezzature necessarie al montaggio video.
Se si è alle prime armi, si consiglia l’iscrizione ad un corso di formazione per principianti, per apprendere le tecniche base del lavoro. Una volta acquisiti quelli che sono i prerequisiti, ci si può specializzare nell’ambito che più si preferisce.
In questo modo si avrà una conoscenza di base di tutta la materia di montaggio video per poter accettare anche lavori diversi da quello che è il proprio ambito preferito.
Il video maker non si limita a creare e montare i video, ma deve anche creare una sorta di video storytelling che permetta agli spettatori di emozionarsi e sentirsi coinvolti guardando il video.
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Fonte Fastweb.it