(ANSA) – TORINO, 17 NOV – I grandi processi di ‘ndrangheta
sono a rischio per l’emergenza Covid. Questo il senso di un
segnalazione che la Procura di Torino, secondo quanto si
apprende, vuole inoltrare alla Direzione nazionale antimafia e
al Dap. Il punto cruciale della questione è l’impossibilità –
per quello che sembra essere solo un problema organizzativo – di
allestire collegamenti in videoconferenza per gli imputati
detenuti positivi al Covid ma asintomatici. Questo comporta
lunghi rinvii delle udienze e, oltre ad allungare i tempi dei
processi, crea rischi di decorrenza dei termini di custodia
cautelare. La procura ha preso l’iniziativa dopo quanto accaduto
al maxi processo “Fenice-Carminius”, celebrato dal tribunale di
Asti.
Al processo Carminius-Fenice, dove fra gli altri è chiamato
in causa l’ex assessore regionale Roberto Rosso con un’accusa di
voto di scambio, uno degli imputati, detenuto a Torino nel
carcere delle Vallette, è risultato positivo al Covid. Tuttavia,
pur essendo asintomatico, non ha rinunciato a partecipare ‘da
remoto’ all’udienza: la conseguenza è stata che il tribunale ha
dovuto disporre un rinvio (al 16 dicembre) perché non è stato
possibile procedere al collegamento video. A quanto risulta, per
le carceri non è stato previsto un protocollo che permetta di
risolvere situazioni del genere. Il rinvio comporta sospensione
della decorrenza dei termini di custodia cautelare per
l’imputato interessato, ma non per tutti gli altri. (ANSA).
Fonte Ansa.it