(ANSA) – ROMA, 15 OTT – ll consumo di video in streaming è
aumentato del 16% a livello globale nell’ultimo anno. Spinto
dalla pandemia e dalla maggiore permanenza a casa, ha raggiunto
una media globale di quasi otto ore (sette ore e 55 minuti) e
una media italiana di oltre 7 ore alla settimana. Lo dicono i
dati dello ‘State of Online Video 2020’, una ricerca
commissionata da Limelight Networks per capire le percezioni e i
comportamenti dei consumatori riguardo i video online.
Secondo la ricerca, quasi la metà delle persone in tutto il
mondo (47%; 46% in Italia) si è abbonata ad un nuovo servizio di
streaming video negli ultimi sei mesi, soprattutto perché
passava più tempo a casa a causa della Covid-19 (40%; 43% in
Italia). Il secondo fattore che ha determinato la sottoscrizione
di nuovi abbonamenti è stato la disponibilità di nuovi contenuti
che le persone volevano vedere (25%; 23% in Italia).
Aumenta anche il consumo di contenuti generati da altri
utenti, raddoppiato nell’ultimo anno, raggiungendo una media di
quattro ore alla settimana a livello globale (3,5 in Italia).
YouTube domina come la piattaforma preferita per la visione di
contenuti generati da altri utenti a livello globale (65%; 41%
in Italia), seguita da Facebook (16%; 31% in Italia). I consumatori, dice la ricerca, sono attenti al prezzo. A
livello globale, quasi la metà (47%; 51% in Italia)
cancellerebbe l’abbonamento al servizio di streaming a causa dei
prezzi elevati. Più di un terzo (37%) degli utenti a livello
globale ammette di condividere l’account o di utilizzare
l’account di qualcun altro. L’Indonesia è il Paese con il più
alto numero di persone (58%) che ammette di condividere le
credenziali. In Italia è il 37%. I ritardi, infine, sono un
elemento critico. La maggior parte delle persone a livello
globale (64%; 77% in Italia) afferma che sarebbe più incline a
vedere un evento live in streaming se non ci fossero ritardi
nella trasmissione in diretta. (ANSA).
Fonte Ansa.it