(ANSA) – LONDRA, 26 OTT – Ci sarebbe un documento del Tesoro
britannico, inviato a Downing Street e filtrato nelle ultime
ore, dietro la decisione del governo di Boris Johnson di non far
scattare per ora un piano B più restrittivo di misure anti Covid
– a dispetto delle pressioni di alcuni esperti e delle
indiscrezioni dei media – di fronte all’incremento dei contagi
delle scorse settimane. Stando al sito Politico.Ue, che scrive
di averlo intercettato, il documento indica in ben 18 miliardi
di sterline il costo potenziale per l’economia del Regno Unito
di un ripristino (parziale) delle restrizioni che tale piano
comporterebbe.
A pesare – recita il testo citato dal sito – non sarebbe
tanto la re-imposizione dell’obbligo delle mascherine sui
trasporti collettivi e nei luoghi pubblici più affollati –
revocato del tutto in Inghilterra dal 19 luglio e sostituito al
momento da una semplice raccomandazione- bensì l’introduzione di
una qualche forma di Green Pass vaccinale e soprattutto le
conseguenze dell’indicazione a un ritorno a vasto raggio al
lavoro da casa, pure previsti da questa strategia di riserva. Di
qui, stando a Politico, la scelta di Johnson di continuare a
insistere piuttosto sul piano A: ossia su un rilancio dei
vaccini come effetto barriera contro i contraccolpi più gravi
dei contagi (ricoveri e decessi) attraverso l’accelerazione
della terza dose a tutti i vulnerabili e agli over 50 e della
dose unica prevista nel Regno per i ragazzi fra i 12 e i 15
anni. Tanto più sulla scia dei dati sui casi degli ultimi
giorni, tornati a calare anche senza piano B. (ANSA).
Fonte Ansa.it