(ANSA) – BRESCIA, 07 GIU – All’ex premier veniva contestata
dalla Procura di Bergamo la mancata istituzione della zona Rossa
nella Bergamasca ad Alzano e Nembro. Ma visto che “non risulta
che il Presidente del Consiglio Conte, prima del 2 marzo 2020,
fosse stato informato della situazione dei comuni di Nembro e
Alzano Lombardo, stando all’imputazione” lui “avrebbe dovuto
decidere, circa l’istituzione della zona rossa” il giorno
stesso. E secondo il tribunale dei Ministri “si tratta,
evidentemente, di ipotesi irragionevole”.
“Posto che non risulta che il Presidente del Consiglio Conte,
prima del 2 marzo 2020, fosse stato informato della situazione
dei comuni di Nembro e Alzano Lombardo, stando all’ imputazione,
l’allora Presidente del Consiglio Conte – osserva il Tribunale –
avrebbe dovuto decidere, circa l’istituzione della zona rossa,
proprio il 2 marzo 2020, ossia non appena avuta informazione
della situazione dei due comuni”. Nell’ordinanza la presidente
Maria Rossa Pipponzi precisa che “si tratta, evidentemente, di
ipotesi irragionevole perché non tiene conto della necessità per
il Presidente del Consiglio di valutare e contemperare i diritti
costituzionali coinvolti e incisi dall’istituzione della zona
rossa. Ed infatti l’istituzione della zona rossa comporta il
sacrificio di diritti costituzionali quali il diritto al lavoro,
il diritto di circolazione, il diritto di riunione, l’esercizio
del diritto di culto”. (ANSA).
Fonte Ansa.it