(ANSA) – VENEZIA, 10 SET – Fabrizio De André, il suo
idealismo, il suo guardare oltre i conflitti di quegli anni ’70,
il pacifismo e la difesa degli ultimi, un concept album come
Storia di un impiegato uscito nel ’73, ispirato al maggio
francese, scritto con Giuseppe Bentivoglio e Nicola Piovani. E
quel che resta oggi di quelle speranze. “Resta che siamo qua e
ne parliamo ancora, perché era avanti forse in quegli anni,
attualissimo ancora, o forse atemporale come tutte le cose
belle”, dice Cristiano De André che con Dori Ghezzi porta oggi
fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia ‘DeAndrè#DeAndrè – Storia di un impiegato’, con la regia di
Roberta Lena.
Un film che è un’immersione nel mondo di Faber, pieno di
musica ovviamente, di spezzoni storici e dell’omonimo spettacolo
che Cristiano ha portato avanti in questi anni, ma anche pieno
di privato di De André, di scoperte e di emozioni. Come la villa
di Portobello di Gallura, la casa tanto amata e che
generosamente Cristiano ha aperto. Anche se il nostro maggio/ha
fatto a meno del vostro coraggio/se la paura di guardare/vi ha
fatto guardare in terra/se avete deciso in fretta/che non era la
vostra guerra/voi non avete fermato il vento/gli avete fatto
perdere tempo. Brividi ancora oggi a quelle parole: “C’è tanta
attualità ancora nella canzone del maggio, si sente vento di
dittature, di restrizioni della libertà. Mio padre aveva un
sogno pacifista e mi fa felice quanto ai concerti sento cantare
e commuoversi i ragazzi a queste parole”, spiega De André che in
Sala Darsena al termine della proiezione ufficiale regala un
miniconcerto al pubblico. “Dialogare e capirci, Fabrizio non ha
mai spesso di dire come la pensava in modo sincero e onesto ed
era deluso di non essere capito”, aggiunge Dori Ghezzi.
Il bello del film, in sala come evento speciale con Nexo il
25, 26, 27 ottobre, è anche guardare dentro le cose della
famiglia. “Adesso per me – conclude Cristiano De André – la cosa
più bella portando il suo e la sua musica è vedere i ragazzi che
abbracciano le sue parole così preziose, vorrei dire a papà che
nessun suo pensiero era sbagliato”. (ANSA).
Fonte Ansa.it