“Con la logica usata per Toti (a cui
non viene contestato alcun vantaggio personale e privato)
possono arrestare la quasi totalità dei sindaci, dei presidenti
di Regione, dei dirigenti pubblici. Suppongo potrebbero anche
arrestare la maggior parte dei magistrati. La carcerazione
preventiva non nasce come strumento di intimidazione o per
aumentare l’audience di un’inchiesta. Nasce per impedire la
reiterazione di reati gravi, la fuga o l’inquinamento delle
prove. Non è questo il caso, tanto più che sono passati 5 mesi
dalla richiesta di misure cautelari alla loro esecuzione e che,
come ha dichiarato lo stesso Procuratore, l’accertamento dei
fatti risale ad oltre un anno fa”. Così il ministro della Difesa
Guido Crosetto su X.
“Se quindi la misura cautelare non trova giustificazione
proprio nei tempi stessi di cui ci ha informati la Procura –
rileva Crosetto – perché è stata voluta ed attuata in questi
modi ed in questi tempi? Perché c’erano le elezioni, è stata la
risposta. Ma Toti non è candidato a queste elezioni. Mi dispiace
usare questa frase ma lo farò ugualmente: lo avevo predetto con
largo anticipo”.
Nel suo lungo post il ministro premette si sapere “perfettamente che non dovrei prendere posizione pubblica su un
tema che non mi riguarda, che questo tweet sarà criticato ed
attaccato e che già sono abbastanza inviso ad una parte della
magistratura, ma non ne posso fare a meno. Scrivo ciò che
scriverei, su analoghi fatti, se riguardassero un Governatore
del csx e lo scrivo parlando a titolo personale e non
interpretando una posizione del Governo nè di Fdi. Come Guido
Crosetto mi sento di dover dire ciò che penso”.
“Toti – prosegue – è stato arrestato per corruzione. Alle 3
del mattino mentre era in una stanza di albergo. Gli contestano
finanziamenti alla sua campagna elettorale, regolarmente
denunciati. Ma ottenuti, secondo loro, illegalmente, in cambio
di “favori”. Tipo: “accelerare” una pratica ferma da anni.
Ricordo inchieste simili. La più grave ed eclatante riguardò
Fitto. Assolto da ogni accusa. Perché erano tutte false. Dopo
anni di inferno. Sarà così anche in questo caso? A me sembra di
sì, avendo letto le carte pubbliche e vedendo che il pm arriva
dalla stessa Procura che colpì Fitto. Ciò detto – aggiunge il
titolare della Difesa – vorrei far notare che sta alla Procura
provare le proprie tesi e non a lui la sua innocenza, perché lo
è fino a quando un tribunale non lo avrà condannato
definitivamente.
Da ciò che ho letto nelle carte della stessa Procura invece ho
l’impressione che ci sia, in questa vicenda, scarso interesse di
ricerca della verità. Non vorrei che prevalesse la volontà di
dimostrare che alcune persone possono, in ogni momento, senza
alcun problema né rischio, privare chiunque della propria
libertà”.
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Fonte Ansa.it