Sempre più spesso si sente parlare di videogiochi “cross-platform“, ma in realtà questo termine e questo concetto non sono nati all’interno del mondo del gaming, bensì in quello delle applicazioni professionali. Realizzare un videogioco cross platform, però, sembra oggi un’impresa molto più difficile rispetto a realizzare una app con la stessa caratteristica.
Il motivo è semplice: quando si sviluppa un videogioco cross platform bisogna farlo anche per le console, che sono sostanzialmente sistemi chiusi con un hardware e un software decisi dal produttore (Microsoft, Sony e Nintendo) e, soprattutto, è importantissimo garantire una forte uniformità nell’esperienza di gioco su tutte le piattaforme. Specialmente quando al cross platform si aggiunge il “cross-play“.
Cross platform: cosa vuol dire
Con il termine cross platform (o “crosspiattaforma” o, più semplicemente, multipiattaforma) si intende che un software, sia esso un gioco o un’app di qualunque tipo, è stato sviluppato per più piattaforme diverse. Idealmente per tutte le piattaforme disponibili, sulle quali deve offrire le stesse caratteristiche e funzionalità.
Nel caso delle applicazioni è abbastanza normale e tollerato che, su piattaforme diverse, il software cross platform abbia prestazioni anche molto diverse: d’altronde è noto che non si può chiedere la stessa velocità di esecuzione ad una vecchia CPU Intel di quinta generazione montata su un PC con Windows 10 e ad una nuova CPU Intel o AMD, magari affiancata da più RAM e da una scheda video più veloce.
Ancor di più il divario di prestazioni potrebbe emergere se prendiamo in considerazione i nuovi Mac e MacBook, dotati di SoC della famiglia M1. Per non parlare, poi, del mobile gaming da smartphone.
Quando si parla di applicazioni, la cosa più importante del cross platform è replicare le funzioni disponibili su tutte le piattaforme, non garantire le stesse performance
Ben diversa è la storia quando si parla di gaming: ci sono delle prestazioni minime al di sotto delle quali il gioco non diventa quasi giocabile. Il frame rate minimo per non vedere un gioco che scatta è sempre 30 fps, ma in realtà oggi i giocatori chiedono i 60 fps per avere la certezza di aver un frame rate adeguato anche nelle scene più complesse da renderizzare. Specialmente nei giochi sparatutto in prima persona, che oggi vanno per la maggiore.
Garantire le stesse prestazioni su PC, console e ogni altra piattaforma disponibile è fondamentale per offrire la stessa esperienza di gioco a tutti i giocatori
In particolar modo se il gioco offre anche la modalità cross play online, naturale evoluzione del concetto di cross platform.
Cross play: cosa vuol dire
Il cross play è la naturale evoluzione del cross platform quando si parla di gaming in multiplayer online: con questo termine si intende la possibilità di far partecipare alla stessa partita utenti che fanno girare lo stesso gioco su piattaforme diverse.
Per fare un esempio: un utente che gioca a Fortnite da PC Windows che sfida, o gioca insieme nella stessa squadra, un altro utente che gioca a Fortnite da PlayStation 5.
Oggi i giochi più famosi che permettono il cross play online sono:
- Among Us
- Apex Legends
- Astroneer
- Call of Duty
- Dauntless
- Dead by Daylight
- Destiny 2
- Fortnite
- Forza Horizon 4
- Minecraft
- NFS Heat
- Rocket League
- Sea of Thieves
- Street Fighter V
Il cross play è qualcosa di molto complesso da realizzare per le software house che sviluppano giochi
Per farlo bene è necessario, infatti, già in fase di ideazione di un titolo pensare a quali saranno le prestazioni del gioco sulle varie piattaforme che saranno supportate.
Tuttavia, è anche una enorme risorsa perché permette di giocare a quel titolo a prescindere dal sistema hardware o software che si possiede. Non si creano, come accade con le esclusive per una specifica piattaforma, un club chiuso ma, al contrario, si apre il gioco alla partecipazione di un pubblico potenzialmente enorme.
In futuro, quindi, la possibilità di essere giocato su più piattaforme (e di poter sfidare online avversari su altre piattaforme) sarà una delle caratteristiche che potranno decretare il successo, o il fallimento, di un videogame.
Fonte Fastweb.it