(ANSA) – ROMA, 25 SET – Una talpa, “un Giuda”, all’interno
dei carabinieri di Roma che “passa gli atti a qualche imputato”
proseguendo “l’inquinamento delle prove”. Il nuovo, clamoroso,
colpo di scena nella vicenda di Stefano Cucchi, il geometra
romano morto nel 2009 ad una settimana dall’arresto per droga,
arriva per bocca del pm Giovanni Musarò. All’apertura
dell’udienza del processo che vede imputati otto appartenenti
all’Arma accusati, a vario titolo, di avere messo in atto
depistaggi sulla vicenda Cucchi, sgancia una vera e propria
bomba che fa intendere come la Procura sia pronta ad avviare
nuovi accertamenti per individuare chi sta consegnando ad alcuni
imputati atti di cui non c’è mai stata, da parte dei difensori,
richiesta formale. Un’attività di depistaggio che starebbe
proseguendo anche in questi mesi. “Ancora oggi, nel 2020, nel
reparto operativo – ha detto Musarò – c’è qualcuno che passa gli
atti a qualche imputato. Siamo stanchi di questi inquinamenti
probatori che vanno avanti da 11 anni”. Il riferimento è ad
alcuni documenti depositati la scorsa udienza dal difensore di
Tiziano Testarmata, all’epoca dei fatti in servizio presso il
nucleo investigativo”. Il magistrato ha usato l’immagine del “Cavallo di Troia” e ha annunciato che lavoreranno per “identificarlo”. Potrebbe quindi esserci un quinto processo
sulla vicenda del geometra romano. Su quanto affermato in aula
dalla pubblica accusa è intervenuta Ilaria Cucchi che in un post
su Facebook ha affermato di “continuare a nutrire profondo
rispetto per l’Arma dei carabinieri. Ritengo lo meriti
assolutamente. Oggi pero’, di fronte ai nuovi fatti, alzo le
braccia: il lupo perde il pelo ma non vizio”. (ANSA).
Fonte Ansa.it