(ANSA) – ROMA, 21 OTT – “Stai lontano dai gulag”. E’ la
raccomandazione scherzosa che la moglie (Jessie Buckley) del
tranquillo rappresentante di commercio Greville Wynne (Benedict
Cumberbatch) riceve al suo primo viaggio in Russia per ‘affari’
tra fine anni ’50 e inizio anni ’60. La donna naturalmente non
sa che il marito è stato arruolato dall’Mi6 britannico e della
Cia per prendere contatti con quella che si rivelerà la più
importante fonte sovietica durante la Guerra Fredda, il
colonnello Oleg Penkovsky (lo straordinario attore georgiano
Merab Ninidze). E’ l’incredibile storia vera raccontata in
L’ombra delle spie di Dominic Cooke, in programma alla Festa del
Cinema di Roma nella sezione Tutti ne parlano e prossimamente in
sala con Eagle Pictures.
Cooke rimettendo in fila con un ritmo serrato i fatti reali
che culminano con lo scontro nel 1963 tra Kennedy e Kruscev
intenzionato ad installare dei missili nucleari sovietici a
Cuba, traccia soprattutto il percorso di un inattesa e profonda
amicizia che nasce tra due uomini apparentemente molto diversi.
Da un parte c’è Oleg Penkovsky, nome in codice Hero, colonnello
dell’intelligence militare sovietica che temendo il carattere
belligerante di Kruscev potesse portare a una catastrofe
nucleare decide di iniziare a passare informazioni all’Ovest.
Dall’altra Greville Wynne, uomo d’affari pacato e affabile, abituato a muoversi nei Paesi dell’est, che si presta a fare da ‘corriere’ tra il colonnello, l’agente britannico Dickie Franks
(Angus Wright) e l’ambiziosa Emily Donovan della Cia (Rachel
Brosnahan). Le spie russe però non mancano in Inghilterra e il
Kgb capisce di dover trovare una talpa. Il tentativo di far
scappare Penkovsky con la sua famiglia fallisce e Wynne,
arrestato, deve affrontare nelle prigioni russe, i due anni più
duri della propria vita.
Cumberbatch era molto attratto dalla personalità di Wynne,
dal suo “senso dell’umorismo, dalla sua ostinazione e dalla sua
forza inaspettata”. Ha agito “per lealtà verso il suo paese”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it