Cybersicurezza, 7 minori su 10 non sanno riconoscere truffe

(ANSA) – MILANO, 20 MAR – Sette minori su dieci in Europa, il
72% di quelli tra gli 11 e i 15 anni, è a rischio hacker per
troppa fiducia nelle proprie competenze informatiche. Lo svela
l’ultima ricerca di Kaspersky, azienda internazionale di
cybersecurity. L’analisi, “Troppo sicuri e troppo esposti: i
bambini sono sicuri online?”, eseguita su più di 6 mila minori
in otto paesi europei, più di 1.000 in Italia, ha chiesto agli
intervistati quali fossero le loro conoscenze in materia di
sicurezza online, se sapessero cosa fosse un tentativo di
phishing, quante informazioni condividessero online e a chi si
affidassero per identificare potenziali minacce. Il 72% non è in
grado di identificare uno o più tentativi di phishing e non sa
distinguere un’email fasulla da una legittima. I dati, elaborati
da Censuswide, indicano che circa 2 bambini su 5 (39%) pensano
di essere correttamente informati sulla sicurezza online anche
se sono stati vittime di phishing, ossia i tentavi di truffa via
email o chat. Inoltre, gli esponenti della cosiddetta Gen Z, i
nati tra il 1997 e il 2012, non ricevono dagli adulti l’aiuto
necessario per fronteggiare le minacce digitali: il 58% ha
infatti ammesso di non aiutare i propri figli, o giovani in
generare, a riconoscere le truffe. “Le generazioni più anziane,
che sono spesso viste come più suscettibili alle frodi online,
non sono in grado di insegnare alle generazioni più giovani come
i pericoli del mondo reale sembrano svolgersi altrettanto
online.. Forse perché in effetti alcuni (28%) sanno poco di
sicurezza online e digitale. Il know-how tecnologico dei
giovani, unito alla consapevolezza dei pericoli del mondo reale
delle generazioni più anziane potrebbe creare la perfetta
combinazione di sicurezza” spiegano i ricercatori. Nonostante
molti under 18 si ritengano quasi esperti, la ricerca di
Kaspersky rivela che oltre la metà (55% ) ammette ancora di
inserire informazioni personali, come il proprio nome e la data
di nascita sui social media. Il 54% ha dichiarato che sarebbe
anche disposto a rivelare il nome del proprio animale domestico
(spesso usato come password) e del programma televisivo
preferito in domande online. “Questa ingenuità si scontra con il
loro presunto livello di conoscenza informatica: giochi e quiz
online sono spesso utilizzati dai criminali come strumenti per
raccogliere quante più informazioni possibili sugli utenti” ha
affermato David Emm, Principal Security Researcher Global
Research and Analysis Team di Kaspersky. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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