(ANSA) – MILANO, 23 SET – Con le precauzioni necessarie a
minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici, il 5G in
Italia non desta dubbi e preoccupazioni. Questo è quando afferma
Legambiente, che considera compatibile lo sviluppo della rete di
nuova generazione con la salute dei cittadini. Per questo,
l’associazione scrive e lancia un monito al Governo, chiedendo
di lavorare alla tecnologia 5G attuando il principio di
precauzione, senza modificare i limiti di esposizione oggi
previsti dalla normativa italiana. Inoltre, invita a tornare
alla precedente metodologia di misurazione, investendo nella
ricerca epidemiologica indipendente sulle onde millimetriche e
facendo un’adeguata campagna di informazione sui rischi connessi
a comportamenti scorretti nell’uso del cellulare. Entrambi i
punti fanno parte di una petizione già sottoscritta da Stefano
Ciafani, presidente di Legambiente; Pietro Comba, del Collegium
Ramazzini; Fiorella Belpoggi, direttrice dell’Istituto
Ramazzini; Roberto Romizi, presidente di ISDE; Rosalba Giugni,
presidente di Marevivo. Nella giornata odierna, Legambiente
tiene un webinar dal titolo “Digitalizzazione del Paese,
elettromagnetismo e 5G. La compatibilità tra lo sviluppo del
settore delle telecomunicazioni e la tutela della salute”, con
un focus su una gestione del 5G che tenga conto sia degli
obiettivi di digitalizzazione che dei rischi sanitari e sul
ruolo delle amministrazioni attraverso i regolamenti comunali
per localizzare le stazioni radio base. “Come da Dna associativo
– osserva il presidente nazionale di Legambiente, Stefano
Ciafani – è nostro compito fornire sia ai cittadini che alle
amministrazioni le informazioni scientifiche corrette, nonché le
proposte tecnicamente e giuridicamente percorribili. Se da un
lato, infatti, sul 5G da tempo circolano fake news, come quelle
sulle correlazioni tra questa tecnologia e il Covid o la
Xylella, è pur vero che gli effetti non ancora del tutto noti
sulla salute accrescono la preoccupazione tra la cittadinanza,
che va adeguatamente informata e sensibilizzata. Siamo
favorevoli allo sviluppo del 5G ma chiediamo alle istituzioni
nazionali di mantenere gli attuali limiti di legge, tra i più
bassi d’Europa, e a quelle comunali di rendere omogenei i
livelli di esposizione su tutto il territorio, evitando che
gruppi di residenti in determinate aree vengano sottoposti a
livelli di esposizione particolarmente elevati, attraverso una
corretta pianificazione delle stazioni radio base”. Secondo
l’indice Desi 2020, che monitora i parametri utili a misurare il
livello di digitalizzazione dei paesi europei, l’Italia è al
venticinquesimo posto tra gli stati membri, davanti solo a
Romania, Grecia e Bulgaria. (ANSA).
Fonte Ansa.it