I modelli di business legati alla ‘data economy’ per l’Italia potrebbero valere almeno 50 miliardi di euro, il 2,8% del Pil. Tuttavia – sebbene il Paese produca circa il 20% dei dati europei, il Paese sfrutta circa un 10% di questo potenziale.
È quanto emerge da un’analisi presentata nella seconda giornata dell’Ey Capri Digital Summit “A New Brave World” Uno studio realizzato da Ey in collaborazione con ICT consulting evidenzia come priorità intervenire su PMI (meno del 30% sfrutta, ad esempio, soluzioni in cloud), PA (ad esempio, per collegare 130.000 sedi con reti VHCN), scuole e ospedali (con soluzioni di prossimità IoT e 5G) ma anche sulle grandi aziende nel sapere stimolare in maniera diversa la domanda di servizi digitali di cittadini e clienti.
“È prioritario fare investimenti mirati, sfruttando anche le opportunità offerte dal Recovery Fund, per accelerare l’evoluzione e l’estensione delle infrastrutture digitali, che consentirebbero di recuperare competitività a livello europeo e superare il digital divide, e per accrescere la cultura tecnologica di imprese e cittadini”, commenta il Med Consulting and People Advisory Services Leader di Ey, Donato Ferri.
Fonte Ansa.it