Dante Ferretti al Museo degli Oscar per l’omaggio a Pasolini

(ANSA) – NEW YORK, 18 FEB – Avendo costruito le scene per
tanti film di Pier Paolo Pasolini, Dante Ferretti ha sfidato il
Covid per essere presente, il 17 febbraio al Museo dell’Academy
di Los Angeles, alla proiezione di ‘Accattone’, il primo film
della retrospettiva sull’amico ed artista con cui collaborò per
nove dei suoi film, dal primo, quando era ancora giovanissimo, ‘Il Vangelo secondo Matteo’, passando per ‘Medea’, fino a ‘Salò’, l’ultimo e più controverso, che uscì brevemente nelle
sale poche settimane dopo l’omicidio irrisolto di Ostia. Ferretti ha una memoria fotografica di quel drammatico 2
novembre 1975: “Ero con Elio Petri sul Lungotevere all’altezza
di Via Tomacelli, in un bar a prendere un caffè. La tv era
accesa e abbiamo sentito che l’avevano trovato morto. Corremmo
all’obitorio e lì un legale della famiglia mi chiese di andare
sul posto a fare una piantina, prendere le misure del luogo dove
era stato ammazzato”, racconta all’ANSA lo scenografo tre volte
premio Oscar per ‘Aviator’, ‘Sweeney Todd’ e ‘Hugo’: “Fu un
doppio shock per me. Pasolini era stato la prima persona che
aveva dato a questo ragazzo di provincia la possibilità di fare
cinema. Il ‘San Matteo’, per cui venni chiamato come assistente
scenografo ma in realtà feci tutto il lavoro, fu il secondo film
della mia carriera”. Intitolata ‘Conoscenza carnale’ e organizzata per il
centenario dalla nascita il 5 marzo 1922 a Bologna, la
retrospettiva all’interno dell’edificio disegnato da Renzo Piano
è una iniziativa tricolore targata Cinecittà: “Pasolini aveva
per gli Stati Uniti una grande curiosità, era attratto dagli
estremi dell’America”, spiega l’ad Nicola Maccanico, che
inaugura con questa rassegna il patto quinquennale con il Museo
dell’Academy per portare a Los Angeles i classici del cinema
italiano. Ed ecco dunque che fino al 12 marzo l’intera opera
di Pasolini sarà presentata in copie restaurate in 35 mm.
    Per Ferretti la rassegna è lo spunto per evocare un sodalizio
di oltre dieci anni, da quando assistente scenografo di Luigi
Scaccianoce lavorò al ‘Vangelo secondo Matteo’ del 1964, poi ‘Uccellacci e Uccellini’ e ‘Edipo Re’. E poi Medea, il primo
film firmato da scenografo, fino a Salò. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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