Dati e pubblicità, Google prova a migliorare privacy Android

Google porterà anche su Android il progetto Privacy Sandbox, “con l’obiettivo di introdurre nuove soluzioni per la pubblicità che possano garantire una maggior privacy per gli utenti”. “Queste soluzioni – spiega l’azienda in una nota – limiteranno la condivisione dei dati degli utenti con terze parti e funzioneranno senza identificatori tra app e app”. Privacy Sandbox è un’iniziativa che vede coinvolti esperti del web insieme ad aziende, associazioni di categoria, publisher e autorità di regolamentazione, con l’obiettivo di definire nuovi standard comuni per il web.

Con l’attività di Privacy Sandbox, sarà possibile fornire maggiore sicurezza ai dati condivisi durante l’utilizzo di uno smartphone o un tablet Android, grazie all’intelligenza artificiale. Come spiega Nicola Roviaro, Head of EMEA Data Privacy Specialists di Google, chiunque investirà in campagne pubblicitarie su piattaforme del colosso americano, comprese quelle che mirano ad Android, potrà ricevere ancora informazioni importanti sul pubblico da raggiungere, senza che questo debba sacrificare parte della propria privacy. Un esempio è la soluzione Federated Learning of Cohorts (FLoC) che si basa su algoritmi di machine learning che operano all’interno dei singoli dispositivi e che riescono ad elaborare modelli utili ai fini pubblicitari, facendo a meno di un profilo individuale completo.

Secondo Google, questo è solo uno dei modi per superare la logica dei ‘cookie’, ovvero l’impronta di navigazione che un utente lascia in rete e che viene sempre più aggirata con la navigazione in anonimo o l’uso di ad-blocker, per nascondere gli annunci sui siti. Google calcola che quando i cookie di terze parti sono disabilitati, i publisher ricevono in media il 52% in meno delle entrate pubblicitarie previste.
   

Fonte Ansa.it

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