Il ritmo e le logiche produttive, tanto quanto i materiali devono essere riprogettati se vogliamo assicurare un futuro al nostro pianeta. Il tema della sostenibilità in termini di “rispetto dell’ambiente” è tra i più urgenti della nostra epoca: basti pensare che l’80% dei prodotti che acquistiamo viene gettato entro i sei mesi di vita. Il design, con l’apporto dell’intero mondo della progettazione, ha la responsabilità di suggerire prospettive alternative alla cultura dello spreco ridisegnando il nostro rapporto con gli oggetti di tutti i giorni.
Ecco perché tra i lavori del futuro spicca la figura del Garbage Designer, perfettamentein grado di assolvere a questa funzione.
Del resto, solo individuando materiali non inquinanti e ricercando il valore nei nostri scarti nella logica dell’economia circolare, è possibile trovare una via d’uscita dall’era dei rifiuti. E questa è una visione che deve essere assunta trasversalmente dall’interno mondo produttivo: moda, cibo, elettronica, edilizia e tutti quegli ambiti che hanno a che fare con la produzione.
Rimodellare il modo in cui pensiamo ai rifiuti con l’upcycling
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L‘accumulo di rifiuti in discarica e i danni materiali che ne derivano hanno fatto del riciclaggio una tendenza. Tuttavia, il riciclaggio si basa sull’idea che tutto quello che produciamo è destinato a diventare rifiuto per poi essere riutilizzato in un nuovo ciclo produttivo, che implica inevitabilmente una perdita del suo valore iniziale. Una nuova forma di riciclaggio che probabilmente diventerà popolare nel 2030 è l'”upcycling” con cui si intende la pratica di trasformare i rifiuti in prodotti di migliore qualità; per esempio, vecchi spazzolini da denti in braccialetti, o vecchie riviste in tovagliette intrecciate o vasi per piante.
La possibilità di dare nuova vita a un oggetto, trasformandolo da scarto a risorsa, è applicabile a vari settori ma i più comuni sono: moda e tessile; arredamento e design.
Applicato nella moda, l’upcycling ha a che fare con la realizzazione di abiti e accessori utilizzando vecchi tessuti, abiti non più di moda, stock di magazzino, pezzi vintage di alto valore, insomma recuperando dalle collezioni passate, ma anche da materiali di scarto di altre industrie. Sono diversi gli esempi che si sono visti in questi anni anche in sfilate importanti: mani abili e disegnatori esperti hanno mixato tessuti moderni e materiali di scarto, reinventando forme e volumi e dando così vita a nuovi capi.
Il ruolo del Garbage Designer nell’economia del futuro
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I progettisti di rifiuti o Garbage Designer sono fondamentali per garantire il successo dell’upcycling. Lo scopo di questo professionista, infatti, è quello di individuare modalità creative per trasformare i rifiuti del processo di produzione in nuovi oggetti percepiti di maggiore qualità, a cui viene attribuito un valore artistico o ambientale. In realtà, i progettisti di rifiuti possono lavorare a monte della progettazione cercando di creare oggetti con il minimo spreco possibile.
Per questi motivi, il Garbage Designer costituirà un attore chiave in un’economia futura basata sempre più su pratiche rispettose dell’ambiente e sull’economia circolare che richiede una nuova idea di produzione che limiti al più possibile gli scarti e trovi un modo di riutilizzare i rifiuti, così da non essere solo più sostenibile in termini economici, ma anche di avere un impatto positivo sull’ambiente e sulla salute attraverso il riciclo.
Con l’aumento della popolazione mondiale, l’inquinamento che avvelena il pianeta e le risorse che iniziano a scarseggiare, il modello di economia lineare mostra i suoi limiti a livello globale.
In questo scenario, aziende che producono giocattoli, vestiti e mobili assumeranno designer di rifiuti per ripensare ai materiali che usano. Tutto, dagli imballaggi in plastica ai cartellini dei prezzi, alle istruzioni di montaggio della carta e alle borse della spesa, dovrà essere riprogettato.
Perciò i progettisti di rifiuti avranno bisogno di un solido background in scienza dei materiali e ingegneria. Anche un interesse per il design industriale sarà l’ideale. La familiarità con le pratiche di produzione e il commercio li aiuterà a identificare i punti chiave per il massimo impatto. Le persone altamente creative e piene di risorse con un interesse per l’ambiente sono incoraggiate a considerare questa carriera.
Upcycling: come si fa e qualche esempio
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Chi pratica questa forma di arte deve sicuramente avere una spiccata capacità di immaginazione vedere un oggetto e riuscire a immaginarne un uso differente; conoscere bene le tecniche del bricolage, del fai da te e in certi casi del restauro; avere un’ottima manualità; conoscere l’uso delle materie prime; abile a cucire o avvezzo a disegnare. Insomma non è per tutti, ma tutti si possono cimentare e cercare di ricreare oggetti più belli di quelli che erano.
Fare upcycling significa riutilizzare creativamente materiali di scarto, prodotti inutili o indesiderati in nuovi oggetti percepiti come di maggiore qualità, a cui viene attribuito un valore artistico o ambientale
Vediamo qualche esempio pratico. I barattoli in vetro possono essere verniciati per diventare un portaoggetti oppure portacandele da mettere in giardino. Le bottiglie di vino o champagne vengono lavorate per diventare lampade da tavolo o candelabri. Vecchie nasse da pesca possono diventare lampadari per la casa vacanza. Tavole di legno raccolte in spiaggia dai resti di vecchie imbarcazioni, lavorate con attenzione diventano un quadro da posizionare sul letto. Verniciare le cassette della frutta, può trasformarle in una allegra libreria o dei comodini per la casa al mare. I bancali di legno possono essere usati come poltrone per esterno, base letto, o come rivestimento di pareti e porta piante. Le scale di legno sono spesso rivisitate e usate come porta-asciugamani in bagni dallo stile shabby.
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Fonte Fastweb.it