Controllare in modo ossessivo le brutte notizie che circolano in Internet, scrollando i feed dei social network e dei siti di informazioni quasi rapiti dalle catastrofi. Si tratta di una nuova abitudine digitale che in inglese viene definita doomscrolling, o anche doomsurfing. Un modo di consultare la rete che è peggiorato tra gli utenti durante la pandemia da Covid-19, complice anche l’ansia sociale del cercare sempre nuove notizie su cosa sta accadendo, che porta alla dipendenza dallo smartphone e l’incapacità di staccarvisi. Gli effetti del doomscrolling per chi lo fa sono negativi, perché caricano gli utenti di notizie che possono scuotere e generare ansia. Per questo motivo, il consiglio è quello di evitarli, cercando di ridurre l’esposizione alle notizie negative e lo scrollo incontrollato dei feed social e dei siti web.
Doomscrolling e doomsurfing: cosa sono
Il termine doomscrolling nasce dall’unione delle parole inglesi doom, che significa catastrofe, e scrolling, cioè l’atto dello “scrollare”, inteso come scorrere in modo compulsivo un feed di notizie brutte, tra quelle presenti nella bacheca dei propri account di social network oppure di un sito web. Un sinonimo che spesso viene usato è doomsurfing, che a sua volta ben descrive l’azione che viene operata dagli utenti nell’atto di “surfare” o scorrere i contenuti negativi. Questo neologismo nasce su Twitter tra il 2018 e il 2019, e da allora si è sempre più diffuso in rete.
L’arrivo della pandemia da Covid-19 e l’abbondanza di cattive notizie nel 2020 ha incrementato la tendenza degli utenti a scrollare in modo compulsivo social e siti web alla ricerca di aggiornamenti, soprattutto su numero di vittime e di contagi. O ancora durante le elezioni politiche, con gli utenti che cercano informazioni sui candidati e sugli esiti. Insomma, ovunque ci sia una notizie negativa che può generare curiosità morbosa, il rischio di doomscrolling è alto.
Doomscrolling: gli effetti sulla salute
Il doomscrolling non è una buona abitudine da prendere, perché l’utilizzo ossessivo dei social network alla ricerca, scrollo dopo scrollo, di una brutta notizia può generare nelle persone depressione e insoddisfazione. Diversi studi scientifici hanno evidenziato come il fenomeno può creare una sorta di dipendenza da notizie drammatiche: più la catastrofe è vicina, più la persona non riesce a smettere di scrollare.
Secondo gli psicologi, questa attitudine al doomscrolling nasce dal bisogno primordiale dell’umo di andare in cerca di minacce, così da avere l’illusione di essere preparati al pericolo imminente e di poterlo controllare.
Inoltre, gli eventi negativi sembrano avere un maggiore impatto sul benessere mentale rispetto a quelli positivi, con la conseguenza che le brutte notizie attirano di più l’attenzione dell’uomo, aumentando di fatto anche i livelli di stress del corpo. Se ci si limita a scrollare di tanto in tanto per rimanere aggiornati, a caccia di ipotetiche minacce, senza però lasciarsi stressare da esse, il doomscrolling non è un problema. Quando invece scrollare è una vera e propria ossessione, tanto da essere una dipendenza, si genera uno stato di stress che ha effetti negativi sia sulla mente che sul corpo.
Doomscrolling: perché e come evitarlo
Quando il doomscrolling diventa una dipendenza, gli effetti negativi sulla salute aumentano e per questo motivo gli utenti dovrebbero evitare questa cattiva abitudine. Per evitare di passare troppo tempo a scorrere feed di notizie e social network, le soluzioni possibili sono due. La prima è cercare di utilizzare il meno possibile lo smartphone, così da non cadere in tentazione, soprattutto nei momenti di relax, durante la colazione e il pranzo, oppure prima di andare a dormire. Ad esempio, un utente vittima del doomsurfing potrebbe limitare l’utilizzo dello smartphone per lo scrollo libero a dei momenti precisi durante la giornata, così da “disintossicarsi” dall’ossessione per le brutte notizie.
In alternativa, viene in aiuto la tecnologia con apposite app o funzionalità dei sistemi operativi mobili che permettono di aumentare il benessere digitale, ad esempio bloccando alcune funzioni dello smartphone per un periodo di tempo stabilito dall’utente. Si potrà così impostare il telefono affinché in determinati orari della giornata possa solo fare e ricevere telefonate, oppure controllare la posta elettronica, disabilitando invece le notifiche dai social o dai siti di notizie. L’ultima soluzione potrebbe essere quella di disinstallare le app social dallo smartphone: se per scrollare Twitter alla ricerca di brutte notizie si deve aprire il browser ed eseguire ogni volta l’accesso, l’utente potrebbe scoraggiarsi e disabituarsi allo scrollo selvaggio.
Fonte Fastweb.it