Ducournau, viviamo un anno storico per le cineaste

(di Francesca Pierleoni) (ANSA) – ROMA, 20 SET – Questo “sarà ricordato come un anno
storico per le cineaste. Credo che a distanza di tempo verrà
visto come un momento chiave per il cinema, tra un prima e un
dopo. E’ in corso un cambiamento incredibilmente positivo, solo
non so quanto sarà ampio e a che velocità si realizzerà”. Parola
di Julia Ducournau, Palma d’oro 2021 con Titane, commentando il
tris di vittorie conquistate da autrici nei più importanti premi
e Festival, dagli Oscar con Chloe Zhao (Nomadland) alla Mostra
del Cinema di Venezia, con il Leone d’oro a Audrey Diwan con L’evenement.
    La cineasta francese è arrivata a Roma insieme a Vincent
Lindon, interprete del suo film, per l’uscita di Titane in
anteprima dal 21 settembre (dove sarà in esclusiva nazionale per
poi arrivare nelle sale dal primo ottobre con I Wonder
Pictures) al Cinema Troisi, riaperto dopo anni di abbandono,
grazie al progetto di rinascita realizzato dai ragazzi
dell’Associazione Piccolo America con il contributo di soggetti
pubblici e privati. “Dobbiamo ricordarci però che il cinema è
solo una parte molto piccola, nella lotta per l’uguaglianza, e
che nella prospettiva più ampia c’è ancora molta strada da fare”
sottolinea. Per lei, 37enne al secondo film dopo Raw (2016), è
appena arrivato anche il premio del pubblico nella sezione
Midnight Madness al Toronto International Film Festival e si
parla sempre più insistentemente di corsa agli Oscar.
    Titane, un thriller horror che sfugge in realtà ai confini
dei generi, tratta con grande originalità temi come la ricerca
di identità, la maternità e la paternità: ha conquistato subito
la giuria di Cannes e molti critici, suscitando però anche
critiche e l’ironia sui social di Nanni Moretti (in gara con Tre
piani) per la vittoria sulla Croisette: “Moretti ha visto il mio
film ? – chiede Julia Ducournau a chi le ricorda la polemica -.
    Senza vedere come si può esprimere un giudizio? Per favore
Nanni, guarda il film” commenta, consapevole anche del fatto che
il quartier generale del cineasta (il cinema Sacher, ndr) sia a
un centinaio di metri dal Cinema Troisi. Per lei, il legame con
il cinema italiano è profondo: “Da teenager ho scoperto il
neorealismo, che ha cambiato la mia visione su molte cose”.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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