E’ il World Backup Day, 4 italiani su 10 pagano riscatti ransomware

Quattro italiani su dieci vittima del ransomware, un virus malevolo che prende in ostaggio i dati dei dispositivi, hanno pagato un riscatto per riavere i propri file. Solo 1 su 10 è stato in grado di recuperare i documenti. Sono i dati di un sondaggio di Kaspersky, condotto su 15.000 persone in tutto il mondo, quanto mai esplicativi nel giorno del World Backup Day che ricorre ogni anno Il 31 marzo per sensibilizzare gli utenti sulla sicurezza e sull’importanza di creare una copia dei propri dati.

Oltre al cybercrime in aumento che punta a estorcere soldi, a volte basta un semplice problema di alimentazione per mandare in fumo migliaia di documenti, foto e video. A volte, invece, è un grande problema come dimostra il recente incendio ad un datacenter a Strasburgo della società francese Ovh, a mettere in pericolo i dati e la vita online di un’azienda o di una pubblica amministrazione.

“La garanzia di un buon piano di backup e ripristino dei dispositivi elettronici che abitualmente utilizziamo, sia professionalmente che a livello personale, aiuta a gestire l’imprevisto e a semplificare la nostra quotidianità, permettendoci di essere digitalmente sempre più efficienti”, spiega Sofia Scozzari, membro del Comitato Scientifico di Clusit – Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica – e del Comitato Direttivo di Women for Security. L’esperta ricorda che “errare è umano e la tecnologia non è infallibile per cui i backup aiutano a gestire le fatalità”. “I malware, ed in particolare i ransomware, sono la principale causa di disservizi al momento – conclude – si stima che 1 computer su 10 venga infettato da malware ogni mese, mentre nel 2019 un business è stato vittima di ransomware ogni 14 secondi”.
   

Fonte Ansa.it

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