Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha permesso di far compiere passi da gigante a diverse discipline, tra cui la robotica. Gli ingegneri dell’ETH di Zurigo, infatti, hanno utilizzato un modello di apprendimento automatico per insegnare a un cane-robot (della serie ANYmal, prodotta dell’azienda ANYbotics) ad aprire le porte servendosi di una delle sue zampette metalliche. Sembra una cosa da poco, ma fino a oggi i più avanzati quadrupedi meccanici – come per esempio il cane Spot, star di molti video pubblicati sui social network dalla società Boston Dynamics – hanno spesso avuto bisogno di un “innaturale” braccio extra per superare l’ostacolo.
Meglio la zampa. La vera novità introdotta dal robot addestrato dal team svizzero – guidato da Philip Arm, che ha pubblicato sul suo canale Youtube più di un video esemplificativo a riguardo – è che, mentre con un arto anteriore apre sportelli o completa azioni come premere pulsanti o raccogliere oggetti, riesce a mantenere l’equilibrio sulle altre tre gambe. «Il nostro cane non riesce a fare con le sue zampe quello che si può far eseguire a una mano robotica, che attualmente è molto più funzionale», ha specificato Arm, riferendosi al braccio che il “concorrente” Spot ha montato sul corpo, «ma il punto è che stiamo cercando di adeguarlo a situazioni in cui possono presentarsi vincoli di dimensione».
Applicazioni utili. Nel dettaglio, un arto montato al posto della testa è più funzionale, ma può essere d’impaccio negli spazi angusti. Gli ingegneri, infatti, non stanno certo sviluppando robot di questo tipo per semplice divertimento, ma perché possano essere sempre più efficienti e utili in circostanze pericolose e inaccessibili per gli esseri umani, come per esempio tra le macerie di un palazzo crollato, in ambienti radioattivi e tra le fiamme di un incendio. «O nel campo dell’esplorazione spaziale – aggiunge Arm – dove ogni chilogrammo risparmiato è importante».
Addestramento. Per insegnare al robot come fare, Arm e il suo team hanno dato al modello di apprendimento automatico l’obiettivo di trovare un punto specifico nello spazio servendosi delle zampe anteriori. Il software ha poi capito da solo come ridistribuire i pesi tra le tre gambe restanti, permettendogli di restare in piedi o, persino, di camminare. Controllato da remoto, l’automa quadrupede è riuscito a sollevare una borsa e metterla in una scatola oppure a raccogliere delle rocce. L’obiettivo, però, è che in futuro, grazie ai miglioramenti delle intelligenze artificiali, il cane possa manipolare autonomamente gli oggetti con le sue zampe.
Fotogallery Gli errori di progettazione più clamorosi
Fonte Focus.it