Elio Germano sognatore sull’Isola delle rose

(di Francesco Gallo) (ANSA) – ROMA, 27 OTT – Finalmente arrivano i tempi moderni
anche al cinema e c’è chi si ispira a una voce di Wikipedia
scoperta random. ”Stavo cercando una voce scientifica per ‘Smetto quando voglio 2’ quando mi sono imbattuto in ‘L’isola
delle rose’ e ho così scoperto questa cosa straordinaria che non
conoscevo”. A parlare così, a ottobre dell’anno scorso, Sydney
Sibilia a Malta, sul set acquatico più grande d’Europa dove si
girava ‘L’incredibile storia dell’isola delle rose’, ovvero il
racconto di quella piattaforma di fronte a Rimini, fuori dalle
acque territoriali, che nel 1968 divenne un vero e proprio stato
indipendente che incarnò il sogno di una generazione, quella che ‘non voleva morire democristiana’.
    Su questa piattaforma, ricostruita nei minimi particolari
nell’enorme vasca dei Malta Film Studios (91 x 122 metri) ai
confini del mare con una prospettiva infinita sull’acqua, si
assistette allora al dialogo chiave, in stretto dialetto
bolognese, tra Giorgio Rosa (Elio Germano), il visionario
ingegnere che fondò l’isola con tanto di acqua potabile, e
Gabriella (Matilda De Angelis), che diventerà moglie e compagna
di una vita.
    Il film, co-produzione internazionale di Groenlandia e
Netflix (sarà su questa piattaforma dal 9 dicembre) e scritto
dallo stesso regista con Francesca Manieri, racconta appunto la
storia vera di Giorgio Rosa e dello stato indipendente che fondò
nel 1968 al largo di Rimini.
    Una mini nazione che incarnò alla stesso tempo la sua utopia
e il sogno di una generazione. Un sogno durato poco perché la
Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose fu fatta brillare
l’11 febbraio del 1969 dallo Stato Italiano. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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