(ANSAmed) – ROMA, 27 AGO – Dopo alcuni mesi di attesa per
ottenere il permesso umanitario, Emergency è entrata a Gaza per
offrire assistenza sanitaria di base alla popolazione martoriata
dalla guerra.
Negli scorsi mesi, in attesa dell’autorizzazione definitiva
a entrare nella Striscia, Emergency ha lavorato per definire il
progetto e attivare un coordinamento con le agenzie delle
Nazioni Unite e altri partner presenti sul territorio. “La possibilità di portare aiuti nella Striscia deve fare i
conti con grandi limitazioni nell’accesso delle organizzazioni
umanitarie, con le difficili condizioni di sicurezza – spiega
Stefano Sozza, capomissione Emergency a Gaza – e con uno spazio
umanitario garantito che è andato restringendosi sempre di più
da novembre ad oggi. Oggi circa 305 chilometri quadrati, ovvero
quasi l’84% della Striscia di Gaza, sono stati posti sotto
ordine di evacuazione.” A partire dal 12 agosto, l’area umanitaria dichiarata da
Israele ad al-Mawasi si è ridotta dai 58,9 chilometri quadrati
di inizio 2024 ai circa 46 chilometri quadrati attuali. Secondo
l’aggiornamento di OCHA della scorsa settimana, nella prima metà
di agosto sono state negate dalle autorità israeliane
sessantotto missioni umanitarie, circa un terzo delle missioni
programmate a inizio mese. “Ora che siamo riusciti a entrare a Gaza, stiamo cercando
un’area dove costruire e aprire una clinica per fornire
assistenza di base alla popolazione – prosegue Sozza -. I
bisogni sanitari sono enormi e gli ospedali locali che ancora
sono operativi non riescono a gestirli tutti: oltre a non avere
lo staff e i farmaci necessari, spesso sono sovraffollati perché
– in mancanza di altre strutture – i malati si rivolgono agli
ospedali anche per necessità che potrebbero essere trattate
ambulatorialmente. La situazione nella Striscia è critica e la
popolazione è allo stremo: oltre alla mancanza di servizi
sanitari, pesano soprattutto la scarsità di acqua, di cibo e di
abitazioni.” La clinica offrirà primo soccorso, stabilizzazione di
emergenze medico-chirurgiche e trasferimento presso strutture
ospedaliere, assistenza medico-chirurgica di base per adulti e
bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow
up infermieristico post-operatorio.
Al contempo Emergency avrà una base logistica in Giordania a
supporto del team operativo sul territorio palestinese.
“Le condizioni della popolazione sono insostenibili –
conclude Sozza -. Serve un cessate il fuoco immediato, anche per
permettere l’ingresso di aiuti umanitari. La popolazione di Gaza
non può continuare a vivere in queste condizioni disumane.”
(ANSAmed).
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Fonte Ansa.it