(ANSA) – AREZZO, 14 DIC – Ci furono certamente finanziamenti
che determinarono gravi perdite per Banca Etruria ma si trattò
di operazioni rientranti nel normale rischio di mercato oppure
di operazioni in cui Bpel fu perfino truffata da quanti il
prestito lo avevano richiesto. Questo, in buona sostanza, il
filo conduttore delle motivazioni della sentenza con cui l’1
ottobre scorso il tribunale di Arezzo assolse 22 imputati dalle
accuse di bancarotta fraudolenta e semplice, reati che per i
giudici non furono compiuti. Il collegio, presieduto da Gianni
Fruganti, condannò solo l’imprenditore Alberto Rigotti, a 6
anni. (ANSA).
Fonte Ansa.it