Colpo di acceleratore della Procura
di Roma nell’indagine che vede indagato l’ex sottosegretario
alla Cultura, Vittorio Sgarbi, di reati fiscali in relazione
all’acquisto, nel corso di un’asta, di un dipinto. I magistrati
di piazzale Clodio hanno chiesto per il critico d’arte il rinvio
a giudizio e ora l’ufficio del gip dovrà fissare la data
dell’udienza.
Nei confronti di Sgarbi, i pm, coordinati dall’aggiunto Stefano
Pesci, contestato il reato di sottrazione fraudolenta al
pagamento delle imposte. Debiti che il critico d’arte ha con
l’Agenzia delle Entrate per un totale di circa 715mila euro.
La richiesta di processo è giudicata “inspiegabile” da
Sgarbi. “Verrà dagli avvocati motivato attraverso la
contraddizione profonda di un magistrato che pensa che io, che
contemporaneamente compravo opere d’arte per me, – commenta il
parlamentare – dovessi usare la mia fidanzata per un quadro che
invece era suo, è stato regalato a lei. Mi pare legittimo
regalare le cose. Ormai siamo nello stato talmente privo di
principi che si ritiene che se uno compra un quadro deve essere
per forza una persona che lo vuole. E invece può essere un dono,
ed è stato un dono. È una cosa che non ha nessun significato,
totalmente insensata”.
Secondo l’impianto accusatorio Sgarbi acquistò il dipinto nel
2020 all’asta facendo figurare la compagna come acquirente e con
denaro di una terza persona con l’intento di mettere l’opera al
riparo da eventuali aggressioni da parte del Fisco.
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Fonte Ansa.it